giovedì 19 luglio 2018

La Temperanza, ovvero il logo taroccato

di Matteo Arfanotti



Lei è La Temperanza: opera artistica di Matteo Arfanotti, fa parte di una serie dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi ancora in progress. Ieratica, distaccata, una bellezza non umana: ti richiama memorie improbabili (perché di fatti e ricordi non vissuti veramente, ma solo per interposta persona, o dalle pagine di libri) di Evi Mediani Futuri. Matteo, che è un artista, ha accettato subito di offrirti l'immagine per fare da copertina a questo post che è un modo per festeggiare una grande occasione per il blog.

la Confidenza Lenta, assai temperante, nel primo trimestre duemilaediciotto, si è fatta (fare) il logo. Il motivo risale a un antefatto, di cui si son visti i frutti da pochi giorni...




da Il Sentiero dei Tarocchi

L'antefatto è legato al progetto Canile 3.0 di Luca Spennacchio. Luca, non sarai mai abbastanza contento di averlo conosciuto, diversi anni fa. Fotografo, etologo appassionato ed esperto di etologia canina, scrittore e poeta - che del cane ha davvero colto la pura essenza vitale, senza la quale l'uomo sarà forse perduto, un giorno - non lontano, se continua a disprezzare e svilire questo compagno di evoluzione. 
Hai avuto la fortuna di fare diverse cose grazie a lui - dalle lezioni e i corsi in canile o in conferenze per capire e conocere meglio l'universo canino; alle foto in bianco e nero per avere ritratti di Stella e Lisa; fino alla foto che campeggia dietro la testata del blog - quella del greto fluviale.

Quando il progetto Canile 3.0 è iniziato, più di un anno fa, lo hai seguito fin da subito, con interesse, entusiasmo. Hai visto tutte le puntate, ciascuna è motivo di riflessione. A un certo momento, vi siete ritrovati a parlare, o a scrivervi, Luca e tu -ed è emersa, tra le frasi scambiate, la possibilità di poter far qualcosa di concreto per sostenere il progetto, che andasse oltre la mera pubblicazione di post che rimandavano all'uscita del nuovo video, volta per volta.
Insomma, la Confidenza Lenta, che è il blog in cui tu ti impegni e che rispecchia una parte di te, aveva l'occasione di diventare sponsor di un progetto importante. Un progetto - Canile 3.0, appunto - in cui credi. Occasione afferrata!

da Biodh Amhlaidh

A questo punto, per poter comparire in fondo al video tra gli sponsor, al tuo blog occorreva un logo, che fosse semplice e riconoscibile, ma anche evocativo e rappresentativo.
Acqua, sassi, terra, pietra, montagna, mare, fiumi, torrenti, laghi, boschi, alberi. Ecco gli elementi su cui lavorare. Specialmente su acqua e pietra. Appaiono quasi ovunque, nel blog, sotto molti aspetti e per molti motivi. Alcuni dei motivi più importanti si devono naturalmente al fatto che provi attrazione per la pietra, le sensazioni che offre al tatto, e per l'acqua, diresti per lo stesso motivo sensuale, tattile. 
Ci sono poi gli aspetti legati alla lentezza, al prendersi tempo - e magari anche al prendersi spazio, quel che serve: due cose che, a ben vedere, fanno parte dei comportamenti di ogni animale equilibrato e libero. C'è la poesia, frutto di pensieri e osservazioni nella realtà di tutti i giorni. Con tutte le filosofie e meditazioni che si possono aggiungere. C'è anche la ricorrenza, il ritorno, la ripetizione - nietzscheiana oppure no - di pensieri, immagini, idee, sogni, ma anche tristezze: che arrivano, vanno e ritornano, come onde del mare sulla risacca, sempre uguali e sempre diverse, simili ma irripetibili.
Un panta rei, ciclico, che però procede e progredisce, come una spirale: ogni giro, non è in realtà mai nello stesso punto della volta precedente. Come  i pianeti dei sistemi solari nella galassia: perché no?


Il logo è ispirato alla carta La Temperanza dei Tarocchi Arcani Maggiori. Lo ha pensato una tua amica, Samuela Cattaneo: fotografa, grafica, tatuatrice e pure cuoca vegana. Una di quelle personcine che sembrano attraversare il mondo sempre rasenti alla parete, ma che a quanto pare cadono sempre in piedi, come i felini. Sarà per questo che riesce a fare così tante cose creative diverse?

La carta, come il logo ha a che fare con l'acqua, lo scorrere dell'acqua. E, naturalmente con quelle due anfore che vedete, in mano alla creatura chimerica protagonista della allegoria cartomantica.

Nel logo, infatti, appaiono solo le due anfore, con lo scambio-travaso di acqua tra loro -che così sembra non avere mai termine. Le due anfore diventano l'essenza, la causa e la condizion dello scambio -che, di base, si trova all'essenza del blog (i motivi per cui si cerca di scambiare, esulano da questa rappresentazione, perché possono essere troppo vari e anche discordanti). Le due anfore sono verdi, per richiamare i colori del blog.

ecco il logo, come appare nel dettaglio del frame


ecco il frrame intero  alla fine del sesto video di Canile 3.0, il primo da te sponsorizzato

Il video, potere vederlo per intero, QUI


Dulcis in fundo: che cosa rappresenta questa carta nei tarocchi?
Hai cannibalizzato i testi che ne parlano, linkandoli dai tre siti da cui hai preso le tre rappresentazioni della Temperanza, una carta dalla storia molto lunga e molto importante.




Leggi, da Il sentiero dei Tarocchi: "Temperanza indica a livello generico un segno di guarigione, di riconciliazione. Nello specifico spinge a cercare un equilibrio tra gli apparenti opposti. Il lavoro della Temperanza non recide ma aggiunge. Aggiunge un valore che fa cogliere la via di mezzo tra gli opposti. Quando esce durante una lettura indica che la questione che interessa il consultante si sta evolvendo, migliora e progredisce.  L’Arcano dell’innovazione, della rigenerazione. Ovviamente il suo nome non è a caso, tutto è all’insegna della disciplina, della moderazione. Può indicare lo sviluppo di qualcosa che ci proietta nel futuro: una nascita, una trasformazione l’essenziale è che tutto avvenga con equilibrio e ragionevolezza.

Non ha a che fare con passioni ed emozioni forti, anzi, prevede calma, tolleranza e adattamento alle circostanze. Particolarmente importante quando esce la Temperanza in un tiraggio, è prestare attenzione alla comunicazione verbale e non… vanno utilizzati metodi concilianti e morbidi, sono da evitare sfuriate e irascibilità.  Ovviamente questo Arcano rappresenta anche la comunicazione, come appena scritto, ma anche i mezzi di comunicazione, specialmente quelli di avanguardia.

E’ un Arcano molto positivo che influenza anche le carte che escono con Lei in un tiraggio.
Su un piano affettivo suggerisce una relazione armoniosa, stabile e risoluzione di aspetti conflittuali che potevano esserci in precedenza. C’è una buona comunicazione tra la coppia che permette di condividere valori comuni.

Sul piano lavorativo indica un progetto portato felicemente a termine. Favorevole a nuove idee e imprese mentre se si sta vivendo una situazione stagnante e poco appagante suggerisce un cambiamento in meglio.

Alcuni significati: misura, armonia, protezione, benevolenza, prudenza, salute, protezione, serenità, cooperazione, equillibrio, progresso, nascita, creatività, sorprese buone, vacanza, legami solidi, amicizia importante… al negativo: incomunicabilità, pigrizia, frustrazione, mondanità, capricci, conflitti di interesse, progetti bloccati, incomprensione, disequilibrio…"





Leggi, da Biodh Amhlaidh: " La Temperanza è rappresentata da una figura angelica vestita di rosso e di azzurro, i colori dell’azione e dello spirito e travasa da una coppa a un’altra un liquido che rappresenta lo spirito, l’intuito, la ragione. La stella che orna la fronte della figura sembra il Sole. La Temperanza rappresenta la diffusione del sapere, la guarigione, la metamorfosi interiore, l’equilibrio perfetto tra sole e luna, maschio e femmina. È solitamente rappresentata come una donna, un angelo o una dea. Nei marsigliesi, è l’unica carta che contiene il colore viola, quello della saggezza e della spiritualità assolute.

Se simboleggia una persona: Rappresenta una persona amata o stimata, serena, socievole, progressista ed eccentrica. È spesso una persona che si interessa non solo del mondo materiale ma anche quello della spiritualità. Può essere dunque un sacerdote, uno psicologo, un sociologo, un astrologo, un terapista… Al negativo, invece, è una persona che perde equilibrio e che salta da un estremo all’altro, cioè troppo cauta o troppo leggera e inaffidabile, o tutte e due contemporaneamente.

Se simboleggia una situazione:  Se la situazione è positiva, la domanda ottiene una risposta positiva. Parla di rigenerazione, innovazione, disciplina, nuova iniziativa, un processo che evolve verso un miglioramento e un progresso, in maniera dolce e lenta, serena, equilibrata. Non è una carta di folli passioni, bensì di calma e tranquillità. Rappresenta la diffusione degli ideali come solidarietà, democrazia, movimenti umanitari. È un ottimo presagio di risoluzione e speranze realizzate. Sul piano affettivo conferma uno stato di armonia e stabilità, compatibilità, comunicazione e rinascita di un sentimento, ma anche un felice matrimonio e un’ottima intesa, nonché di amicizie che perdurano nel tempo. Professionalmente, parla di un progetto professionale che prosegue felicemente. Le condizioni sono favorevoli per le nuove imprese e libertà d’azione. La situazione può anche essere statica, senza sblocchi all’immediato, ma comunque serena. Se al negativo, è una carta di eccesso. Tutto è dunque disordinato, instabile, impaziente, poco razionale. Il consultante vive nel caos sregolato di un’esistenza senza un vero obiettivo. Ogni risultato avrà breve durata. Indica ritardi, rinvii, un cambiamento concluso male, apatia, egoismo, chiusura mentale, cali energetici, disinteresse per la vita. Sul piano affettivo parla di un rapporto infelice, tensioni, incomprensioni, incompatibilità ma anche sterilità. Sul piano professionale ci indica opposizioni, progetti arenati e iniziative bloccate.

Se è un consiglio: Sicuramente ci sta chiedendo di rallentare e ritrovare un equilibrio all’interno di noi prima di andare avanti, di moderare gli eccessi e di tornare regolari. È una carta che ci indica un’attesa proficua per ottenere i risultati sperati.

Altre Considerazioni: Tradizionalmente, è legata al segno dell’Acquario. La Temperanza è anche una delle carte che sono state aggiunte in seguito e che indica una delle qualità cardinali.
Spesso il risultato dell’unione tra Temperanza e altre lamine non è particolarmente positiva. Se vi esce con carte fortemente positive e in una situazione negativa, direi che è più una paura o un consiglio di mantenere la “retta via”. Può anche essere una ricompensa, se insieme al Carro, alla Papessa o alla Ruota della Fortuna. In ogni caso, indica che è il momento di (ri)trovare un equilibrio."





Leggi, da I Tarocchi tra Arte e Storia: "Nel Tarocco Visconti la Temperanza è rappresentata  da una donna che travasa liquido da un vaso all’atro. L’azione del temperare per il cristianesimo, era in particolare riferita al domare eccessi ed istinti; si pensava che questa virtù fosse necessaria per frenare la sensualità e i piaceri carnali. Nelle molte raffigurazioni plastiche e pittoriche la Temperanza poteva essere connessa con altre virtù sussidiarie, secondo i dettami stabiliti da San Tommaso d’Aquino; pertanto la si trova frequentemente a fianco della Castità, della Verginità, dell’Umiltà.
Nel Tarocco di Marsiglia la donna è diventata un angelo con grandi ali che indossa una veste bipartita in due zone di colore, blu e rosso; pure blu e rosse sono le anfore che regge in mano. Gli angeli sono figure soprannaturali che si ritrovano in tutte le religioni: esseri alati sono presenti nei miti Egizi, Assiro-Babilonesi e nelle cosmogonie del medio ed estremo oriente, spesso col ruolo di messaggeri; nella loro posizione intermedia tra cielo e terra ben incarnano il carattere di mediazione che è stato attribuito alla Temperanza.
Come la Giustizia e la Forza, la Temperanza è una delle tre Virtù cardinali che fanno parte del mazzo dei Tarocchi. La parola è latina e può derivare sia dal verbo “tempus” che da “tempes”, con significato originario di “tagliare” al fine di mescolare e armonizzare. Questa bella virtù, al giorno d’oggi un po’ fuori moda, significa dunque la capacità di controllare gli appetiti naturali, mitigando gli eccessi. Essa era tenuta in grande onore fin dalle epoche più antiche; Platone ad esempio la cita esplicitamente nel “Menone”, in cui fa dire a Socrate che l’uomo e la donna devono essere guidati dalla giustizia e dalla temperanza nel governo della città e della casa, loro reciproche competenze. Per molti autori inoltre, la temperanza si identificava con la donna; tale idea è arrivata fino al nostro rinascimento. Lo scrittore greco Plutarco (46-125 circa d.C.) afferma che nel matrimonio la moglie deve adattarsi in modo quasi mimetico alla vita del marito; egli paragona ciò all’azione di mescolare l’acqua col vino. Tale immagine è stata assorbita dall’iconografia della Temperanza, che si presenta comunemente nel Medioevo e nel Rinascimento come una figura che versa liquido da un’anfora all’altra. Anche nella letteratura cristiana di tipo didattico e pastorale tale virtù era caldamente consigliata alla donna. Un autore medievale, Egidio Romano, suggerisce ad esempio alle monache di rinunciare a trucchi e ornamenti per dipingersi, vestirsi e adornarsi esclusivamente con qualità morali come “gli orecchini dell’obbedienza, il lino della castità, la cintura della disciplina, il belletto della buona fama, l’unguento della temperanza”.
Oltre alle due anfore altri attributi di questa virtù furono il freno, la clessidra, la spada. Gli ultimi due oggetti compaiono ad esempio nell’Allegoria del buon governo nel Palazzo Pubblico di Siena e nella Cappella degli Scrovegni a Padova. L’orologio è in rapporto con l’azione del misurare, la spada con quella del tagliare.
Il Tarocco marsigliese si presta ad un’interpretazione esoterica con molti riferimenti di tipo mistico e alchemico, come è sottolineato dal Wirth nella sua opera. L’alchimia ha una lunga storia che affonda le sue radici nell’antico Egitto o addirittura in Cina; la parola deriva dal sostantivo arabo “al-kìmiya” che a sua volta discende probabilmente dal greco “chyma” che sta a significare la fusione e depurazione dei metalli. All’inizio dell’era cristiana era largamente praticata, specie nell’Egitto alessandrino.. In Europa l’alchimia conobbe una notevole fortuna dal IX fino alla metà del XVI secolo; essa annoverò tra i suoi cultori uomini di potere e di cultura come Ruggero Bacone e San Tommaso d’Aquino. L’idea di base era la preparazione della pietra filosofale, un minerale dotato di proprietà miracolose, tra cui quella di trasformare i metalli vili in oro; per ottenerla occorreva distillare a lungo la materia base, formata da miscele metalliche, utilizzando un recipiente chiuso, l’Atanor. Lo psichiatra Carl Gustav Jung ha studiato lungamente i testi alchemici e nel suo saggio “Psicologia e alchimia” (1944) ha dimostrato che la ricerca della pietra filosofale riguarda più il nucleo divino presente negli esseri umani, che la rincorsa della ricchezza e del potere esteriori. L’oro promesso dalla magica pietra è, secondo Jung, assai più di tipo spirituale che non fisico, e le astruse allegorie degli alchimisti sarebbero da intendere in linguaggio psicologico alla stessa stregua delle immagini dei sogni.
La pietra filosofale era chiamata anche “rebis”, “essere doppio” o “androgino ermetico”; androgino è un unico essere in cui convivono attributi maschili e femminili. L’angelo o, come lo chiama Wirth, il “Genio della Temperanza”, sarebbe collegabile con questo tipo di figura mitica. L’ermafrodita era anticamente simbolo di divinità, pienezza e totalità. Secondo il cristianesimo, diventare “uno”, nel senso di abolire la distinzione maschio/femmina, è il fine della vita umana e nel Nuovo Testamento si allude frequentemente a questa unità.
Proseguendo nella spiegazione esoterica dell’allegoria, occorre analizzare il significato dell’anfora e dell’acqua. Il vaso era presente come simbolo mistico fin dalla filosofia greca e successivamente nei poemi relativi al Santo Graal, scritti a partire  dalla fine del XII secolo. Il Graal sarebbe stata la coppa che avrebbe raccolto il sangue di Cristo; era un oggetto sovrannaturale dotato delle virtù del nutrimento, dell’illuminazione, dell’invincibilità. Era associabile anche al “vaso ermetico” dell’alchimia, dove si fondevano gli elementi della “grande opera”, e al calice della messa, dove vengono mescolati assieme acqua e vino, per rappresentare l’aspetto umano e spirituale di Cristo.
La simbologia dell’acqua, ricchissima, può forse sintetizzarsi in tre temi fondamentali: è essere sorgente di vita, ha il potere di purificare e capacità di rigenerare; tutte le culture hanno approfondito il significato del prezioso elemento nelle sue infinite variazioni e combinazioni allegoriche. Il Wirth vede nell’acqua versata dall’angelo della Temperanza un simbolo di purificazione iniziatica. Il battesimo cristiano è un ulteriore esempio in tal senso; il rituale dell’aspersione e dell’immersione è tuttavia presente presso altri popoli; l’idea del lavaggio purificatorio della materia era ripresa inoltre dall’alchimia.
Per tornare alla figura della Temperanza, il versamento del liquido rappresenterebbe il continuo fluire della vita, il movimento incessante dell’energia; l’anfora che lo contiene sarebbe l’agente riparatore fonte di rigenerazione; il travaso dei liquidi è una sorta di alchimia psichica in cui l’individuo arriva alla purificazione.
Il XIV, numero dell’Arcano, è legato al movimento perpetuo, ma può essere anche simbolo di pericolo. E’ anche il numero dell’incarnazione; secondo gli antichi Greci simboleggiava la trasmigrazione dell’anima da un corpo all’altro (metempsicosi) e più specificatamente indicava il momento in cui l’anima rinasceva nel mondo."

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