Questo - lui - è M49, l'orso che è stato ri-catturato in Trentino. Di nuovo, è prigioniero a Casteller.
Per lui, due attiviste stanno facendo lo sciopero della fame, che oggi arriva al sesto giorno.
Di questo, ne riparlerai, ritieni, molto presto.
Intanto, ti sei chiesto cosa è e come si fa lo sciopero della fame.
Questa in foto è una gabbia - trappola per orsi: gli animali, spesso affamati, vengono attratti nel tubo con del cibo. Quando sono dentro, scatta la gabbia e la serranda si abbassa, impedendogli la fuga.
Le due attiviste, Barbara e Ste, quindi, stanno combattendo la fame con la fame - lo dicono loro stesse, nel comunicato: una fame scelta per solidarietà, opposta a una fame subita ogni giorno.
Lo sciopero della fame, secondo wikipedia, è tra le forme nonviolente di protesta. La nonviolenta ha un certo repertorio di strumenti e strategie per realizzare la sua opposizione. Lo stesso Gandhi, uno dei teorizzato della nonviolenta (non-violenza, ahimsa) ha praticato questa forma di opposizione - o meglio, lotta.
La storia dello sciopero della fame è molto antica: anticamente, in Irlanda, era noto col nome diTroscad o Cealachanìì. Lo sciopero della fame viene spesso svolto vicino agli obiettivi contro cui si lotta. Sarebbe una questione di visibilità, tuttavia, coi social da cui siamo circondati, tanto il concetto di vicinanza quanto quello di visibilità si sono notevolmente trasformati - diresti, ampliati - per cui la prossimità geografica, fisica, può diventare non indispensabile - come in questo caso.
La storia è piena di coraggiose e coraggiosi che hanno messo in atto questa pratica, diresti massimamente nonviolenta: ci si dichiara contrari a una legge ritenuta iniqua e la si osteggia col gesto estremo di non nutrirsi, una resistenza coerente, che ha la caratteristica di fare 'violenza' unicamente al corpo di chi sciopera. Dunque, una lotta particolarmente adatta alla difesa degli animali, che spesso sono i primi a subire sui loro corpi soprusi, torture e esecuzioni decise dagli umani.
Gandhi (incarcerato nel 1922, 1930, 1933 e 1942), naturalmente, viene in mente per primo. che partecipò a due famosi scioperi della fame.
Le Suffragette inglesi, agli inizi del XX secolo, portarono avanti spesso scioperi della fame, quando venivano arrestate e imprigionate nelle carceri inglesi. Nel 1909 la prima fu Marion Dunlop. Lei - come molte delle successive femministe incarcerate - vennero sottoposte al nutrimento forzato, con imbuto e sondino nasale e molte morirono proprio a causa di questa pratica - che non per caso è assimilata a una forma di tortura - e come tale è stata impiegata in vari contesti.
Lo sciopero della fame fu una frequente forma di lotta impiegata anche dai repubblicani irlandesi, fin dagli anni Venti.
Famosissimo e tremendo fu lo sciopero della fame di Bobby Sands e altri repubblicani irlandesi incarcerati nelle prigioni inglesi - nel 1980 e 1981. Bobby Sands morì durante il secondo sciopero della fame.
Anche in Turchia, nel 1980, membri dei nascenti movimenti socialisti - repressi dal governo - fecero questo tipo di sciopero, per protesta contro le torture che venivano praticate contro i prigionieri. Quattro attivisti morirono: Dev-Sol, Abdullah Meral, Haydar Başbağ, Fatih Öktülmüş , Hasan Telci. Una seconda ondata di scioperi turchi ci fu negli anni '90 e poi a partire dal 2000, fino a oggi: l'oggetto della protesta drammatica sono le prigioni speciali di tipo F. Fu uno sciopero imponente, che coinvolse centinaia di persone, compresi i separatisti curdi.
Algeria: il movimento cittadino in Cabilia, rispose con lo sciopero della fame all'arresto di molti delegati Cabili. Era il 2002.
In Italia, Marco Pannella fu un autentico alfiere dello sciopero della fame. E su di lui, non ti dilunghi, ché le notizie su di lui in rete sono davvero tantissime.
Danilo Dolci, sociologo, poeta, attivista e teorico della nonviolenta - e Aldo Capitini (il 'Gandhi italiano', filosofo, poeta, educatore, antifascista) usarono a volte questa potente forma di protesta.
Altri nomi italiani importanti: Cesare Battisti, Salvatore Meloni (indipendentista sardo, morto in carcere nel 2017), Roberto Giachetti.
Anche tra gli attivisti per gli animali, Barbara e Ste possono trovare una maggiore forza di determinazione nell'esempio di Barry Horne, morto il 5 dicembre del 2001. Fece ben quattro scioperi della fame.
Lo sciopero della fame può essere totale - niente cibo e nemmeno acqua - oppure può prevedere solo l'assunzione di liquidi utili al mantenimento della lucidità (famosi i tre cappuccini di Pannella, sufficienti allo scopo, permettono di resistere molto a lungo). Le insidie dello sciopero della fame, coinvolgono gli organi del corpo: le funzionalità si compromettono. Il cervello, tuttavia, resiste, perché continua ad essere nutrito dal glucosio derivato dalla distruzione delle proteine e del grasso.
Lo sciopero della fame fa scalpore, lo sciopero della fame spaventa: tutti sono consapevoli che si mette sul piatto, come posta in gioco, la integrità del proprio corpo. Si contrappone il rischio di malattia e di vita alla necessità di far valere un'alternativa a una realtà -spesso legale, ma iniqua- che opprime di volta in volta animali non umani, donne, umani non bianchi - con tutte le inevitabili suddivisioni politiche e ideologiche.
Lo sciopero della fame è uno scandalo, una pietra di inciampo. Su di essa, inciampano e spesso cadono istituzioni e governi oppressivi e violenti. Su di essa inciampano - e magari rallentano - anche tutti quelli che sono raggiunti dalla notizia dello sciopero, tanto da essere spinti a informarsi per scoprire che cosa sia così importante da mettere in gioco la propria vita.
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