Tanti anni fa, nel giardino della tua casa di infanzia, un piccolo gatto rimase per giorni intrappolato tra i rami di un albero. Lo sentivamo miagolare, ma non lo vedevamo: era piccolo piccolo, la sua intraprendenza, o chissà che, lo aveva portato a salire sul ramo di un albero, infilandosi tra le foglie fitte, dove era rimasto intrappolato.
Come in Benny Hill, i pompieri uscirono davvero per venire a salvarlo: tirarono fuori un microgatto, nero e arruffato, stanco e affamato, ma deciso a vender cara la pelle e ad affettarci tutti, coi suoi artigli, che sfoderò immediatamente, mentre soffiava. Il gattino di Kitbull, te lo ha ricordato immediatamente.
Vedere per credere: anche questo microgatto nero e tutto occhi, è incapace di star fermo, ma è scoordinato e deve imparare tutto. In fondo in fondo, è come quasi tutti noi.
I film di animazione - i cartoni animati - e più in generale le opere di fantasia dove son protagonisti gli animali non umani, hanno come obiettivo sia di ricordarci gli animali che hanno vissuto con noi, che abbiamo incontrato - ma anche di farceli immaginare, desiderare, sognare, temere, purtroppo - sia stimolarci a specchiare noi stessi - parli di individui, ciascuno con le sue esperienze - in loro. Il rispecchiamento: questa attività che molto ha a che fare sia con l'empatia, sia con la strumentalizzazione - il che è paradossale, ma veritiero, se ci pensate per qualche istante.
In un cartone animato, però - e per fortuna - l'Animale diventa quell'animale, cioè quel protagonista. Può diventare un protagonista che in realtà è solo una metafora di un tipo di essere umano - succede da Esopo in poi. E non è quello che ti piace vedere, né che auspichi - ma è quello che accade quasi sempre.
I tempi, però, si trasformano, cambiano. Oppure, può diventare un protagonista che è se stesso, vive come animale, con le sue caratteristiche animalesche - e di quell'animale lì, specifico.
Si comporta da gatto - se è un gatto. Per esempio.
Come - ti pare - in questo caso - il rischio che rimane è quello della stereotipia: più felino di un gatto in carne e ossa e pelo.
Giudicate voi se è così.
Intanto, vi può interessare sapere che questo corto animato è il terzo cortometraggio del progetto SparkShorts, pensato per offrire ai dipendenti di Disney-Pixar la possibilità di realizzare i loro progetti personali. Lo vedi come un vivaio: magari, alcuni di questi corti diventeranno film più lunghi, magari proprio questo - ché, degli altri due, il primo ti sembra molto deja vu, pur essendo di fantascienza, il secondo interessante ma vagamente incomprensibile e straniante (almeno, per te).
Prima di mettere il video, vuoi dire ancora qualcosa in proposito. Perché c'è anche un cane, che divide la scena con l'energico gatto lillipuziano. Questo cane è un cucciolone di pitbull: il suo pelo è grigio chiaro, il corpo è pieno di cicatrici. Il suo padrone umano lo ha preso per farlo combattere e lo ha relegato nel retro di un edificio indefinibile e indefinito, pieno di ciarpame: lo tiene legato con una catena pesante e circondato dal filo spinato, spesso senza cibo né acqua. L'incontro tra questo cucciolo e il micromicio è impagabile: il cane non ha ancora perso la sua giocosa curiosità infantile, l'umano non è ancora riuscito a ucciderlo dentro, rendendolo una creatura chiusa e prudente, rancorosa e aggressiva.
Non sveli altro. La durezza - dato anche il poco tempo - rimane un retroscena - letteralmente - la crudeltà viene soltanto suggerita - ben diverso era il canile di 'Lilly e il Vagabondo'! (ma Lilly e il Vagabondo aveva anche in archivio una scena tagliata, dove proprio il vagabondo immaginava un mondo dove la realtà era capovolta e gli umani erano al guinzaglio dei cani - con tutto quel che ne segue).
Pur con la inevitabile presenza umana, il corto rimane animale - è persino quasi del tutto 'senza parole' - il racconto cerca di mantenere i punti di vista dei due protagonisti, pur costretti a vivere una vita fortemente invasa dall'Umano.
Il finale ricorda moltissimo i classici Disney - anche perché il corto è girato in 2D. Buona visione!
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