s'io m'intuassi...

Già non attender'io tua domanda, / s'io m'intuassi, come tu t'inmii

(Dante, Divina Commedia, Paradiso, canto IX)

 

cioè: se io potessi con la mia mente penetrare in te come tu penetri in me.

Cioè (proposta): se io potessi essere te come tu sei me; se io potessi (non) guardare te, come tu (non) guardi me.

Se questi 'se' si realizzassero, non avrei bisogno di ascoltare la tua domanda che tu mi fai, né farti la domanda che ti faccio, che sto per farti.

Dante che descrive il comportamento dell'animale umano, dell'umanimale? 

Homo: La specie che ha bisogno di controllare, di scambiare sguardi, che non accetta e non concepisce di non essere guardata. Che si autoesalta - come fanno tutti gli insicuri e paurosi - e che si impone a tutti gli altri animali, obbligandoli a rispondere, sempre.

L'intuarsi, sembra difficilissimo da attuare per gli umani. 

Il realizzarlo, forse, comporta l'esercizio individuale dell'empatia e collettivo della consapevolezza; oppure, comporta il disfare del tutto l'impianto antropocivilizzato attuale, questa macchina devitalizzante/necrofora, per sostituirl* con una vita differente.

Se io mi intuassi, smetterei di cercarti per stringerti all'angolo, smetterei di invadere i tuoi spazi, per sottometterti nei miei spazi, o per scacciarti e perseguitarti dai miei spazi. 

Se io mi intuassi, formerei e conformerei porosità reciproche, accetterei attraversamenti, inaugurerei soglie.

Se io mi intuassi, conoscerei già la tua domanda, che è di essere libero, di potersi allontanare, di poter essere ignorato e di ignorare, di poter rifiutare. (La tua domanda che io oggi invece disconosco e che tu sei obbligato a trasformare in resistenza, in lamento, in dolore, in fuga, in battaglia, in ammalamento, in mortificazione e morte concreta).

Se io mi intuassi, inizierei a vivere - come già stai facendo e vivendo tu, altranimale, che sei da sempre inmiato e da sempre sei vivo. Insieme a me e lontano da me; nonostante me e per via di me.