...Gli altri piccoli animali citati nel logo - salvati da questa associazione che ha preso il nome dal famosissimo libro di Richard Adams (una tua amica lo ha definito "il signore degli anelli con gli animali") - sono topi e ratti. Che provengono tutti dai laboratori.
Con una tua amica che te ne ha parlato e che è volontaria nella struttura torinese, sei andato a conoscere e trovare questi animali.
Racconterai solo, con molta semplicità, le cose che hai visto e le sensazioni che hai provato. In questa occasione le emozioni sono importanti. Alla fine, però metterai i link, sia alla pagina web che alla pagina FB.
Federico Gallo si occupa di tutta la organizzazio, lì al centro - oltre che del recupero degli animali dismessi dai laboratori.
Lui ha scritto: "Una storia semplice non vuol dire che sia facile". Secondo potrebbe voler dire che una semplice storia basata su attenzione e rispetto, non è facile da realizzare e vivere - sia perché questi animali sono minacciati da molti pregiudizi, sia perché la gestione quotidiana è faticosa, sia perché il rapporto coi laboratori è molto complesso da intrattenere.
Dell'impegno di gestione ti sei reso conto subito: lungo le file delle gabbiette dei topolini, i volontari sono in continuo movimento, per pulire le gabbiette, per ripristinare il fondo del pavimento, per dare da mangiare e per fare terapie mediche a chi ne ha necessità. Molti volontari sono giovani, anzi giovanissimi - e i senior li affiancano per spiegare loro tutti i mille dettagli a cui bisogna prestare attenzione affinché il lavoro non diventi un danno invece che un beneficio. Tutti in mascherina, come d'obbligo - il che moltiplica le difficoltà.
Ti ha impressionato davvero la fila di gabbiette dei topolini: sono tantissime! In ognuna, c'è un topolino solo, perché son tutti maschi - che tra loro non sono socievoli. Sono piccolissimi! Vederli così da vicino, lascia l'idea di precario equilibrio, di esistenza effimera di questi piccoli animali - alcuni davvero minuscoli. Non te li aspettavi davvero così piccoli! Una mano qualsiasi per loro è enorme. Nelle gabbiette hanno giochi e riparo pulizia e nutrimento, hanno la possibilità di nascondersi e dormire riparati - cose che per loro sono essenziali per stare bene, per vivere sereni. Cose che nei laboratori sono a loro negate per tutta la vita. Ce ne sono di bianchi - albini, anche - i più numerosi - e ce ne sono di scuri, bruni o anche neri: le orecchie, le manine e il nasino spiccano come macchioline rosa che si muovono. Sono curiosi: vengono al bordo della gabbia per annusare, per capire chi c'è, per capire se c'è cibo per loro. Sono golosi: i fiocchi secchi da sgranocchiare, sono per loro sempre una offerta molto gradita.
A un certo punto, lungo le file delle gabbiette, ce ne era una con un topolino minuscolo, piccolo anche in confronto agli altri: un brunetto tutto stortino, che si sgranocchiava tutto concentrato un piccolo fiocco rosso, uno di quelli più prelibati, alla frutta. In laboratorio deve aver subito pratiche molto invasive, che lo hanno segnato per sempre.
Nell'altra stanza, ci sono i ratti. Tutto un altro mondo, nel quale sei entrato abbastanza emozionato.
I ratti sono più grandi dei topolini e su di loro i discorsi di pregiudizio sono davvero tantissimi, stratificati. Anche se uno non vuole, son lì pronti per farsi ricordare. Tu per fortuna, sei stato aiutato dalla tua amica, ma non era per niente scontato che il primo incontro sarebbe stato semplice.
Poi, quando li hai visti, i pregiudizi son spariti tutti. I ratti sono allegri, sono caciaroni e son compagnoni. Vivono in diversi gruppi, ciascun gruppo e composto da numerosi individui. Che stanno tutti vicini, uno addosso all'altro, uno sopra l'altro, specialmente quando dormono. Quando son tranquilli ed è il momento del riposo, con le manine si toccano, si sprimacciano a vicenda, poi si annusano e ogni tanto senti un pigolìo che scopri essere uno squittìo. Ce ne sono pure qui molti bianchi - sono albini con gli occhi rossi, perché in laboratorio son più richiesti, le loro reazioni alle somministrazioni e alle manipolazioni son più immediate, più radicali e quindi più facili da 'leggere' - per loro somma disgrazia. Quelli albini, durante il giorno, vedono solo ombre. Così, non ti hanno davvero visto, ma sei stato annusato da molti, compresi quelli bruni o pezzati, che hanno gli occhi scuri e non rossi.
Il momento della siesta non sembra mai essere comunque del tutto 'immobile': c'è sempre qualche movimento, qualche assestamento tra i corpicini - che son dei corpicioni, però: questi ratti son tutti rotondetti!
La pappa è il momento dello scatenamento! mangiano insalata, pomodori e lenticchie, poi pane e altre verdure e legumi. Tutti escono di gran carriera da ogni luogo, in alto e in basso. Un gigantesco happy hour rattesco anima tutta la stanza. Insalata e pomodori son delle golosità: tutti infatti accorrono subito lì. C'è chi mangia direttamente 'al banco', o addirittura proprio dentro al cibo. C'è chi afferra con le manine o con la bocca il suo pezzo di insalata o di pomodoro e corre via a mangiarselo con tranquillità per conto proprio. Uno dei topi, ti ha proprio affascinato: lui si era preso il suo pomodoro e se ne stava in disparte, lontano dalla baronda. Come uno chef buongustaio, se lo degustava sbocconcellandolo piano piano, centellinandone ogni pezzettino.
Grazie Giovanni hai reso benissimo cosa è la collina
RispondiEliminaciao Tiziana, ti ringrazio! è stata unv sitia molto particolae e mi sono emozionato
EliminaIo mi emoziono ogni volta
Eliminastare vicino agli animali in modo così diretto penso che dia sempre delle sensazioni molto coinvolgenti!
RispondiElimina