lunedì 6 luglio 2020

La manifestazione per i macachi a Parma, domenica 5 luglio 2020



Ieri, un altro episodio della battaglia per liberare i macachi destinati alla vivisezione a Parma.
Conosci qualcuno che ci è andato e che a un certo punto ha parlato di manganelli e di carica della polizia. Secondo voci, Ci son stati cellulari rotti. Ci son stati dei fermi tra i manifestanti.






Tu ieri non sei andato, ma dai social e dagli articoli di giornale hai potuto farti una idea su come è andata. Il Coordinamento Macachi Liberi ha dato appuntamento a tutti alle ore 14.30 in Piazza della Pace a Parma Con loro Animalisti Italiani e altre associazioni: "L'anno scorso abbiamo manifestato civilmente, con la speranza che i "vivisettori" e sopratutto chi ha dato l'autorizzazione al progetto, il Ministero della Salute, potessero bloccare questo esperimento e risparmiare le sevizie sui macachi (esseri viventi e senzienti a tutti gli effetti), ma purtroppo è andato avanti senza demordere e nel cranio degli animali sono già state inserite delle viti di repere e chissà quante altre sevizie hanno dovuto subire.
Questo non lo permetteremo!
Ora basta, bloccheremo questa follia a tutti i costi!!!
"

Erano 200, gli "armati solo del senso di giustizia" per gli "ingiustamente imprigionati sei cittadini del Popolo Macachi".

Secondo la Gazzetta di Parma, nell'articolo di Luca Pelegatti, c'erano non più di 150 attivisti. ma un buon numero di loro "ha provato a partire", dalla piccola Piazza della Pace, "forse volevano raggiungere gli stabulari dell'Università, forse volevano invadere le strade e ottenere più visibilità".
Il corteo, però non era autorizzato e "per bloccarli le forze dell'ordine hanno dovuto riorganizzarsi" e "bloccare le vie di fuga". Gli agenti, "in tenuta anti sommossa", "si sono disposti all'incrocio con viale Toschi creando una barriera di scudi". Intanto "i funzionari e gli agenti di Parma hanno cercato di far ragionare gli animalisti". Qualcuno, però ha forse ricordato "l'appello alla battaglia" e "ha tentato di sfondare": "la tensione è stata palpabile e ci sono stati spintoni e urti con gli scudi", per alcuni istanti. "Un confuso parapiglia". "Ma per fortuna dopo qualche minuto la situazione si è tranquillizzata".  Ma non è finita, ancora:
"un gruppo di una trentina di persone ha tentato di nuovo di allontanarsi ma è stato di nuovo bloccato... e alla fine il grosso degli animalisti ha abbandonato la zona". Il ritorno alla stazione dei treni è avvenuto sotto scorta per alcuni, "gli ultimi, i più agitati".
Questa cronaca è senza enfasi e ti pare descriva con ordine gli avvenimenti, insomma è un buon articolo. La sorpresa è il finale. "Resta comunque aperto il problema legato a macachi che si trovano negli stabulari dell'Università. I manifestanti si sono salutati ribadendo l'impegno a portare avanti la lotta per la liberazione e promettendo di ritrovarsi in città. Il timore è che, visto questo precedente, la prossima volta la battaglia possa essere ancora più accesa". Alcuni animalisti che hanno organizzato la giornata e che erano quindi presenti, hanno letto queste parole come una forma di appoggio, da parte di qualcuno che per lo meno condivide la causa dell'azione. Ma bisognerebbe chiederlo al giornalista, le ipotesi lasciano il tempo che trovano. Quel che è certo, è che il tono generale dell'articolo, asciutto e mai enfatico, oltre a far pensare - dopo varie riletture - a una specie di composta partecipazione, sembra per fortuna molto lontano dalle cose che fino a pochi anni fa venivano scritte sugli animalisti, in occasioni come queste -  e questo, al netto del vittimismo misantropo di molti tra gli animalisti, e ti ci metti dentro pure tu, quanto a misantropia!

Questo episodio, per le sue caratteristiche e sotto tutti gli aspetti, ritieni che sia molto importante per quel che è, potrebbe essere, potrebbe diventare, l'impegno animalista - o antispecista - in Italia.
Ti riferisci al motivo del corteo, la lotta alla vivisezione - secondo te, la lotta più devastante tra quelle che si fanno per gli altri Popoli Animali; alla reiterazione dei cortei, ma anche alla divisività tra gli animalisti stessi. Gli uni chiamano gli altri 'buonisti' , i quali a loro volta sembrano disdegnare queste forme di lotta. Il quadro è complesso e a te la situazione sembra molto difficile. E stavolta non aggiungi altro.



tutte le foto di Bruno Stivicevic



2 commenti:

  1. é ovvio che mirino ai cellulari, perchè così non ci sono testimonianze, sinceramente in tutte le manifestazioni animaliste alle quali ho partecipato (fin dai tempi dell allevamento Morini a San Polo D'Enza, la polizia ad un certo punto ha sempre caricato, allora non c'erano i cellulari, allora miravano ad altro...

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  2. nelle manifestazioni e cortei dove sono andato, per (mia) fortuna, non c'è mai stata carica di polizia, però c'erano cordoni e schieramenti, per tenerci tutti sui percorsi stabiliti. Questo evento è importante, secondo me, perché ha suscitato fin da subito e suscita ancora ora, grande discussione tra gli stessi animalisti e antispecisti

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