All'inizio della quarantena, quando la primavera era soltanto imminente, un bel giorno, mentre eri fuori insieme ai cani, una consapevolezza improvvisa ti ha raggiunto e da quel momento tutto è cambiato. Fino a quel momento, era stata una sensazione subliminale - così come subliminale era stato il suo contrario, prima che la chiusura impedisse tutti gli spostamenti. Hai alzato gli occhi dall'orizzonte al cielo, e...
Il cielo azzurro era un unico orizzonte blu, una distesa senza confini e senza interruzioni. Nessuna traccia di areoplano lo attraversava - e il silenzio era assoluto.
D'improvviso, hai 'visto' il cielo con il tuo udito, ti sei accorto che non c'era nemmeno una traccia di aeroplani in cielo, che non c'era il loro rumore. Come fino a 117 anni fa. Il cielo si poteva annusare, anche: l'aria era molto pulita.
Il cielo era alto, si spalancava senza ostacoli dentro l'universo.
Tutta la quarantena è stata così: tutto il resto del mondo che non è umano è tornato in primo piano è esploso davanti ai nostri occhi, diretto ai nostri sensi. Forse, solo chi è riuscito a trascorrere la quarantena cogliendo l'aspetto buono della lentezza, del riaprirsi del tempo, ha potuto davvero accorgersi di queste cose, desiderarle anche per dopo. Speravi che avrebbe cambiato le cose, nella percezione e quindi nelle idee della gente. Pensavi che sarebbe stata una occasione per capire che devono cambiare il nostro comportamento verso gli altranimali e la considerazione che abbiamo nei loro confronti.
Oggi, dubiti che l'occasione sia stata colta.
Oggi, dubiti che l'occasione sia stata colta.
Qualche giorno fa, hai letto un richiamo a Guerra e Pace - hai quindi pensato subito al cielo mai visto prima.
Una delle scene più grandi di Guerra e pace, è
quella in cui il principe Andrej Bolkonskij cade, ad Austerliz. Mentre
gli uomini combattono, sul campo, egli s’immerge nel cielo, ha la
schiena sul prato, il rumore della battaglia e della morte è attutito
dal dolore, dall’illuminazione. “Sopra di lui non c’era più nulla, se
non il cielo: un cielo alto, non limpido, tuttavia di un’altezza
incommensurabile, con grigie nuvole che vi fluttuavano silenziose. ‘Che
silenzio, che calma, che solennità!’, pensò il principe Andrej… ‘Come
mai prima non lo vedevo questo cielo sublime? E come sono felice
d’averlo finalmente conosciuto.
Sì! Tutto è vano, tutto è
inganno al di fuori di questo cielo infinito. Nulla, nulla esiste
all’infuori di esso. Ma neppure esso esiste, non esiste nulla tranne il
silenzio, tranne la quiete”.
È una sensazione che ho vissuto anni fa a oltre duemila metri d'altezza, io distesa sull'erba e quel cielo terso e steso come un lenzuolo azzurro sopra di me che mi racchiudeva come in una palla di vetro. Una sensazione claustrofobica che non dimenticherò più.
RispondiEliminasinforosa
ciao. dici: claustrofobica. quindi non ti era piaciuta? anchemio, in alta montagna, sdraiato sull'erba, avevo davanti agli occhi solo il cielo. a me, sembrava di cadere in alto, dentro al cielo.
Eliminaciao, vero, il lockdown è finito e tutto è tornato come prima, dove prima c'era silenzio oggi scorrono veloci i rumori delle auto, soli per terra, restano guanti spaiati e mascherine umide… che tristezza.
RispondiEliminaciaoil lockdown avrà sicuramente portato molti pensieri insoliti tra la gente. Stava vedere se questi pensieri avrebbero avuto delle prosecuzioni. Finora, purtropp, sembra non essere così, infatti. La speranza e la curiosità le ripongo nei più giovani, che chissà come han davvero vissuto questa situazione. Benvenuto!
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