martedì 28 gennaio 2014

365 giorni della memoria

Scattata sabato 25 gennaio 2014
La Giornata della Memoria è finita da pochi minuti. Ci ho pensato tutto il giorno, poiché, anche senza cercarle o senza volerlo, mi sono capitate sotto gli occhi (su internet o dalle vetrine di una libreria) molte frasi e immagini e copertine di libri.

Alla fine, mi è venuta in mente questa immagine: un carro-rimorchio per bestiame (uso di proposito questa parola mercificante). Anche questo 'attrezzo dell'oppressione' mi è capitato davanti per caso, senza volerlo, senza che io lo cercassi.
Sabato pomeriggio 25 gennaio. io e i miei cani stavamo andando a fare una cosa bella per tutti e quattro, un bel pomeriggio in un bel prato, insieme ad altri cani e a persone che li amano e li rispettano e considerano il tempo passato con loro come occasione sempre ricca di emozioni e stati d'animo da imparare. Ma questa, è un'altra storia.
Fatto è che, a pochi chilometri da Novara, lungo la Statale 299, ho fatto una sosta tecnica, trovando parcheggio in questo spiazzo di un piccolo paesino a 10 chilometri dalla città.
E proprio lì, nello spiazzo, c'era, fermo e vuoto - questa imponente prigione su ruote. Pronta per essere riempita con altre vittime alla prima occasione. Proprio lì, all'improvviso, come nel film 'Duel'.
Non so perché, mi ha attratto il disegno regolare delle sue fiancate,  - tutte le linee che indicano porte, e serrande, e feritoie, e prese d'aria, e pedane. Tutto silenzioso, pulito, bianco e grigio chiaro. Anonimo.
La quintessenza del referente-assente, quello di "The Sexual Politics of Meat: a Feminist-Vegetarian Critical Theory", scritto nel 1990 da Carol J.Adams

Scattata sabato 25 gennaio 2014
Geometrie metalliche di intrappolamento, dei nostri giorni, così simili, per non dire identiche, ad analoghe geometrie-trappola di circa settanta anni fa. Non è difficile immaginare visi che fanno capolino da lassù, facce che si sporgono. Esattamente come oggi. 
Allo stesso modo, libro chiama libro: così mi viene in mente anche Roberta Kalechofsky, che problematizza il confronto tra Olocausto e ecatombe dei milioni di individui di altre specie animali, sterminate ogni giorno, nell'indifferenza-della-normalità, la più totale.

Vero è che la comparazione tra i due eventi, sembrerebbe rendere un cattivo servizio a entrambi: le vittime dell'Olocausto diventano solo metafore, gli altranimali dell'ecatombe-senza-fine, spariscono una volta di più, adombrati dal paragone che invece dovrebbe dar loro visibilità. (Così scrive Kalechofsky).

Intanto, però, tutti i giorni, milioni di questi esseri senzienti, vengono fatti nascere per poi venire uccisi, tutti i giorni. Senza fine. E senza Storia. Se non quella che reclamano per loro alcuni tra gli umanimali. (Perché è pur condivisibile quel che scrisse Isaac Bashevis Singer, che "tutti gli uomini sono nazisti per gli animali").
Perciò.
Occorrono 365 giorni della memoria - della denuncia, dell'esposizione alla consapevolezza.

3 commenti:

  1. Ieri un'amica mi ha mandato su what's app un'immagine dell'ingresso di Aushwitz accompagnata dal commento: Voglio ricordare. Io oggi (per rispetto del Giorno della Memoria ho aspettato un giorno a rispondere) le ho mandato la foto di un mattatoio con quarti di maiali appesi a ganci e la scritta: Io ricordo ogni giorno.
    Spero non si offenda o la prenda x il verso sbagliato, per me il paragone è lampante e spesso fatico a comprendere come altri non riescano a vederlo. Per il momento comunque, nessuna risposta.
    Monica

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  2. Ciao Monica, piacere di rivederti qui! :) Mi dispiace vedere che appari ancora come anonima, perché se ci sono problemi con la registrazione io non sono ancora capace di risolverli!

    per venire al tuo commento, sospetto che il Giorno della Memoria rischi di diventare Come la Festa del Papà, la Festa della Mamma, San Valentino o il Giorno della Donna (soprattutto quest'ultimo, basato su una ricorrenza tragica che quasi nessuno ricollega o ricorda più a quella data), o persino San Valentino: cioè un'occasione per mascherare i disnteressi, le violenze, le trascuratezze, di tutti gli altri 364 giorni. Anche se molti, come di sicuro la tua amica, sono in pefetta buona fede, e con loro la ricorrenza non corre questo rischio di banalizzazione.

    Tu sei stata geniale nel risponderle con quella foto; la sua non risposta era immaginabile. Per la gente, il collegamento non solo non è visibile, ma nemmeno immaginabiler, il corto circuito tra i vari dolori non accade, e questa mancanza, li rende senza parole

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  3. Monica, l'ultima novità (del mio computer? delle specifiche di internet? di difficoltà di traffico? di raggi cosici? vai a sapere), è che il tuo nuovo commento non si legge, non appare. perciò, lo copio e incollo dalla notifica arrivata in email:

    "Risulto come anonima perché ancora non mi sono registrata, ma vedrò di farlo al più presto :-) Comunque concordo con te, certe giornate servono a ripulirsi un po' la coscienza riguardo a quello che succede OGGI nel mondo nel nostro totale disinteresse. Senza nulla togliere al Giorno della Memoria o agli eventi che ogni anno si ripetono per ricordare l'11 settembre è abbastanza palese che certi morti si ricordino più di altri. M "

    amara constatazione, non siamo uguali nemmeno nella morte, nessuno di noi animali, a quanto pare....

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