Mentre venivano rinchiusi nei giardini e mentre attorno a loro si radunavano forze dell'ordine e curiosi - e animalisti accorsi - la mamma cinghiala e i suoi figli, erano tranquilli. Senza percepire alcun pericolo, continuavano a mangiare.
La mamma cinghiala aveva nel frattempo già preparato un giaciglio per la notte, dove voleva dormire coi suoi cuccioli.
Come ha scritto Rita Ciatti - e tu hai pensato la medesima cosa - "nelle tragedie ci sono dei particolari che colpiscono più di altri". La mamma che prepara il giaciglio e si predispone ad andare a dormire. Ecco.
Quando lo hai letto - ma non ricordi su quale giornale - anche a te ha spezzato il cuore: un momento di dolcezza materna, di cura, travolto da una impossibile crudeltà. A quel punto ogni pensiero si è come rattrappito su se stesso, per ripararsi dall'incredulità per un orrore così grande e spietato.
L'ultimo cucciolo superstite, terrorizzato, disperato, ha preso a testate la cancellata, per tentare di fuggire. Anche lui, infine, è stato ucciso.
Poi, i corpi (anzi, descritti come "carogne" o "carcasse") sono stati trascinati via come rifiuti da smaltire.
L'uso del termine "carogna" o "carcassa" è corretto, per la lingua italiana: il termine "corpo" o "cadavere" si applica solo agli umani. Ogni tanto qualche giornalista usa i termini corretti (può piacere o meno, ma i termini sono quelli).
RispondiEliminaPer il resto, sono sicuro che se qualcuno si trova di fronte un orso affamato o un cinghiale con la luna di traverso, l'animalismo gli passa all'istante.
L'amore per la natura non deve farci mai dimenticare che essa non funziona col sentimento, ma con la pura necessità di sopravvivere.
"Xaro" Anonimo (perché non ti sei firmato?), la lingua non è scolpita ella pietra. I termini e il loro uso cambiano, quando cambia il cosiddetto sentire comune. E il sentre comune sempre più spesso percepisce come più equi i termini di cadavere o corpo, invece che carcassa o carogna, quando usati per ANIMALI-NON-UMANI. Un altro esempio è "viso" invece che "muso". le parole non sono solo neutre, ma cariche di significati valutativi,favorevoli o ostili a seconda dei casi. Non a caso dò della "carogna" a un umano che considero spregevole (qui subentra la diffusissima retorica del referente assente, per la quale il termine animale diventa dispregiativo, mentre l'animale è del tutto sparito; ma il dioscorso ci porta lontano). A questo - a far cambiare gli usi delle parole, anche - serve per lìappunto l'animalismo. Che - se è sincero - non spatisce al primo "assalto" di orso o di cinghiale (che paragone insensato! ma anche questo tipico: della serie, "se fossi sun in'isola deserta").
RispondiEliminaUn saluto
Caro anonimo, non c'era alcun motivo di uccidere quella famiglia di cinghiali, quindi non era una questione di sopravvivenza. La natura non avrà nulla a che fare col sentimento, ma di sicuro lo specismo non ha nulla di naturale, ma è culturale. Siamo animali anche noi e quindi se i nostri sono corpi e poi cadaveri da morti, lo sono anche quelli degli altri animali. Saluti.
RispondiEliminaCIAO Rita, ben tornata. Mi fa molto piacereil tuo comento e condivido tutte le cose che hai scritto. Tra l'altro la 'natura' qualunque cosa sgnifichi ormai questo concetto, non la siusa mai quando ad aver bisogno siamo noi. Un abbraccio
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