martedì 13 ottobre 2020

Le loro prigioni: confronto riassunto tra la cartella clinica e il rapporto forestale sulle condizioni dei tre orsi trentini


 


Ci son tre orsi, ma non è una favola e Riccioli d'Oro non c'è.

I tre orsi sono quelli prigionieri al Casteller, vicino Trento: M49, M57, DJ3.



Loro sono tre dei membri reduci del (fallito) progetto Life Ursus, che la UE finanziò nella Provincia di Trento, tra il 1999 e il 2002, per ripopolare l'arco alpino, ormai privo di orsi da molto tempo.

Evidentemente, le ambizioni turistiche della Provincia non sono andate a buon fine, incompatibili come si sono rivelate a una autentica convivenza con animali liberi e -  come si suol dire - selvatici: l'invadenza turistica non può non creare situazioni critiche, in un contesto che per di più risulta già pesantemente antropizzato. Agli orsi - così come alla stragrande maggioranza degli animali c.d. selvatici - rimangono ritagli di 'natura', tutto il resto è monopolizzato dagli umani e dalle loro attività, spesso futilmente ricreative - ma ricreative per chi? Di sicuro non per gli orsi.

Succede così che nel giro di vent'anni, ben 34 orsi del progetto, son stati definiti come "indisciplinati", e sono scomparsi - uccisi, imprigionati.

M49, M57 e DJ3 son dunque dei superstiti e scontano la loro detenzione nelle prigioni del Casteller - il cui nome, forse, un giorno, sarà alla pari del carcere dello Spielberg di Brno, per non parlare delle decine e decine di 'prigioni famose' che gli umani sembrano essere tanto abili a organizzare.


La gestione della struttura è affidata alla Associazione dei Cacciatori Trentini - e già questo, secondo te, la dice lunga su come siano davvero considerati i tre orsi: loro, non sono più individui che  cercano la libertà e la vita, ma son diventati oggetti, ostacoli oppure attrazioni turistiche, in ogni caso spossessati della loro autodeterminazione.

Eppure, loro lo sono - vivi, desiderosi e desideranti. Resistono, vogliono e cercano la libertà. Son come i carcerati che fanno rivolte in prigioni umane troppo allucinanti per essere sopportabili.


Soprattutto M49 riesce a evadere una prima volta (il 15 luglio 2019, subito dopo la cattura); ricattato, fugge una seconda volta, il 27 luglio 2020. Poche settimane fa, è stato ricatturato - ma è forse da quel momento che 'qualcosa' di sentire comune ha iniziato a opporsi alla prigionia dei tre orsi.

I suoi compagni di cella sono DJ3, la figlia di Daniza - è reclusa da ben 9 anni, cioè circa metà della sua vita; e M57, che ha vissuto libero solo i primi due anni della sua vita, prima di venire catturato e messo in prigione.


Mentre - in questi giorni - cominciano a concretizzarsi e aggregarsi le proteste di umani - tra quelli che cercano un modo diverso di rapportarsi agli altri animali - uno scambio di carte bollate da il 'la' a tutto. Qui di seguito, vuoi provare a renderne conto, facendone riassunti e parafrasi, nei quali speri di riuscire a evidenziare correttamente i passaggi con i dettagli che a te sembrano più importanti.

Si tratta - per cominciare-  della cartella clinica redatta dai veterinari che si occupano del Casteller, relativa al periodo tra marzo e settembre 2020. Ne fai una parafrasi di riassunto, cercando di evidenziare quei passaggi che per te appaiono più significativi.





Dunque.

I tre orsi - DJ3, femmina, sterilizzata, 17.5 anni; M49, maschio, 4.5 anni; M57, maschio, 2.5 anni. Tutti e tre sono stati "captivati" e ospitati al Casteller.

I tre animali evitano come possono i veterinari, si sottraggono alle visite, dopo che son stati catturati con la trappola tubo. Per farli avvicinare, vengono anche tenuti a digiuno, per poi anestetizzarli. Le visite consistono prelievi organici ed ematici e di 'misure biomorfometriche'. Non c'è bisogno di dire che ogni anestesia è sempre una specie di intossicazione, che ciascun corpo deve impegnarsi per smaltire.

Nelle settimane, si crea una routine di controlli, esami, somministrazione di Adaptil e osservazioni. Per ben 14 vuole viene divelta dagli orsi la recinzione eltettrificata all'interno della tana - sempre quando i guardiani non ci sono - e dopo numerosi tentativi per renderla più solida, la rete viene smantellata, perché ritenuta inefficace.

Spesso per molte settimane, specialmente nel periodo caldo estivo, gli orsi non si fanno vedere. Si parla di castrazioni. Vengono applicati collari.

Giugno e luglio appaiono come mesi routinari. Fino al 27, quando M49 fugge. Verrà catturato il 22 agosto, nel frattempo, il giovane M57 - ad Andalo.

M49 viene ripreso il 7 settembre: lo riportano al Casteller, e gli applicano un nuovo radicollare. 

10 settembre: Nell'arco di 48 ore la situazione ha subito un grave peggioramento.  Tutti e tre gli orsi versano in un situazione di stress psicofisico molto severa, dovuta in primis alla forzata e stretta convivenza dei tre esemplari" , una situazione contraria a ogni esigenza etologica degli orsi. Si registrano stereotipie e movimenti ossessivi compulsivi, ripetuti e fini a se stessi - tutti segnali di grave squilibrio psicofisico. I lavori di ristrutturazione - per così dire - della gabbia, non aiutano la serenità dei tre orsi. Si ricominciano le somministrazioni di farmaci ansiolitici vari.



A questo documento, risponde il verbale del sopralluogo presso la 'struttura detentiva' di orsi in provincia di Trento, denominata "Casteller", da parte dei Carabinieri del Gruppo Forestale.

Il sopralluogo viene effettuato il 14 settembre. Mentre l'ultima data riportata in cartella clinica era quella del 16 settembre.

All'inizio del sopralluogo, i tre orsi sono ospitati separatamente nei rispettivi box tana, nella zona al coperto ('indoor') . Le porte verso l'esterno sono chiuse fino al termine dei lavori  di adeguamento della struttura, effettuati per ridurre il rischio di ulteriori fughe, per migliorare la gestione degli individui ospitato e - attenzione! - per aumentare la capacità ricettiva della struttura: insomma, più orsi in carcere. La contenzione prevista è di circa 4 mesi, in spazi angusti e privi di stimoli per gli orsi - cioè fino al termine dei lavori, dopo i quali i tre orsi si ritroveranno a muoversi in un ambiente che sarà presumibilmente più costrittivo del precedente, dati i lavori di rafforzamento delle recinzioni e delle barriere.

Già ora, tuttavia, "le condizioni di detenzione degli orsi, che dovranno prolungarsi per un periodo di diversi mesi, non garantiscono adeguate condizioni di benessere degli esemplari".

In conclusione: il trasferimento dell'orsa DJ3 potrebbe migliorare la sua situazione di captivazione ma sarà una operazione critica per lei - potenziali rischi per la sua incolumità.


Si evidenzia, in conclusione che le dimensioni dei recinti sono del tutto inadeguate - soprattutto se in prospettiva di "prevista cattura e captivazione di ulteriori tre individui".

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