martedì 25 febbraio 2020

Quando accompagniamo qualcuno lungo l'ultimo tratto del sentiero


Chicca / Kikiuz /Kikinuz / Kirini


Inizi da questo libro, del quale riporti una frase cruciale, un punto zero verso cui tutto comunque è precipitato, e da cui tutto comunque si rialzerà, il climax della morte di chi amiamo.
"E come si può vivere senza respirare? Come vivrò, io, adesso, senza poter più respirare? Respirarti? Annusarti?" (Leonardo Caffo - Il Cane e il Filosofo)
La parola-chiave è "annusarti": l'universo odoroso del cane ci è precluso, eppure quel poco che possiamo sfiorare, ci riapre tutta la nostra possibilità di essere-cane. Stare nell'erba sdraiati - o in generale sdraiarsi ovunque se ne sentiamo la necessità - godere di gioie sensitive sbocciate dalle occasioni e immerse nella pienezza presente: odori, tepori, sapori, suoni, soffiar di vento, gocciolar d'acqua, scottar di sole, la terra e il suo sapore, toccarsi con dita e cuscinetti, con pelle e pelo...


 


Tutto questo, nel suo modo unico - lo avete vissuto Chicca e tu - e, è chiaro, anche gli altri insieme a noi. Lo avete vissuto in modo unico, irripetibile e un po' particolare: Chicca ha un suo modo di stare al mondo, di pensare alle cose, di affrontare quel che accade - che ha un che di fiabesco, una favola fatta di graziosità e delicatezza e tanto volenteroso coraggio.

Parlare di qualcuno che c'è ancora come se non ci fosse più, ti suona quasi aberrante. Anche se i segnali della sua prossima assenza diventano sempre più chiari e privi di ambiguità.
Di certo, non accorciamo la sua vita, non gliela stiamo 'tirando addosso', come si suol dire parlando della 'sfiga'. Parlare al passato ha comunque senso, in quanto stiamo ricordando esperienze che sono state fatte e che adesso sono terminate - e che ricordiamo o anche che sogniamo, a volte.
In questi giorni che Chicca ha (forse (?)) intrapreso l'ultimo tratto del suo sentiero, non smetti di pensare a lei, di pensare a noi, agli anni trascorsi insieme, così pochi e rapidi e così unici, particolari da sembrare sogni evanescenti, presto impalpabili.
Hai letto e ascoltato moltissimo, davvero, negli anni, sui temi della dipartita, del lutto, della morte, del dolore, della fragilità - e tanto conti e speri e pensi di farlo ancora, se avrai giorni futuri e per quanti saranno.
Vorresti dire di aver acquisito una consapevolezza più familiare con la morte, ma non ne sei così certo. Perché riesci forse a sopportare con maggior equilibrio il dolore dell'amore interrotto - rispetto alle volte precedenti - ma chissà - per esempio - che cosa penserai, o vorrai, quando sarai tu a percorrere quel tratto finale - e forse già lo stai percorrendo, perché chi può dire quale aspetto avrà questo sentiero, o se sarà sempre riconoscibile, o se inizierà con dei segni di avviso, o invece inizierà subito dopo la prossima curva, che si concluderà con un precipizio, o un muro o un chissà?

Adesso stai scrivendo per - nonostante tutto - rendere più leggera l'attesa del tempo che scorre.  Ma già questo fatto di scrivere prima è una cosa tutta nuova, che non avevi fatto con Stella e che con Lisa avevi fatto solo dopo la scomparsa mortale. Allora, forse, dentro di te è sbocciato un modo di vivere che prima non c'era. E questo modo, per il momento, ti sembra bello che ci sia.
E i pensieri, in queste condizioni e con simili premesse, si affastellano e mescolano - magari sono fertili, magari invece sono solo cacofonici. 
Da una settimana hai la coscienza realistica della prossimità della fine - eppure ancora sei incredulo e allo stesso tempo ti senti pronto a sorreggerla.
Lei - ancora non riesci, non vuoi dire qui il suo nome, finora pronunciato solamente per coinvolgerla nelle cose della vita, o per giocare, o per amare e coccolare - rimane da giorni  acciambellata, respira, non beve, non mangia. Inscheletrita, si è prosciugata, accorciata, avvizzita. Eppure le sue orecchiette a punta di caramella mou, il suo pelo-peluches, il suo solo occhio che ti è sempre sembrato spalancato sulle cose del mondo con stupore, sorpresa, curiosità ma anche allarme - sono sempre e ancora impagabilmente belle, affascinanti, graziose, magiche - fatate.

Hai scritto, sul FB: "Chicca , Kikiuz, Kirini, forse ha iniziato l'ultimo sentiero. Lei, che è stata una fugace magia che mi ha sfiorato, così graziosa e aggraziata, forse mi saluterà a breve. Il suo mondo di fatine e unicorni ha sfiorato per pochi anni il nostro. Forse era troppo fragile. Per ora, sto aspettando".

E, per ora, credi che non ci sia altro da aggiungere... devi tornare vicino a lei.

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