Domani esce al cinema "Il richiamo
della foresta", la nuova e ultima versione del famoso racconto di Jack
London, da sempre definito 'per ragazzi'. Ma che per ragazzi non è. A
meno di specificare che cosa si intenda per 'ragazzi'. In circolazione
c'è il trailer, che adesso vediamo (ringrazi Doc Manhattan per questa
bellissima idea di vedersi e commentarsi i trailer dei film in un post -
come lui fa sul suo blog, l'Antro del Dr.Manhattan).
Del film, del rapporto uomo e cane e
del libro, probabilmente scriverai in seguito un post per ciascun
argomento. Qui si parla del trailer e delle sensazioni che dà - anche
per scrivere un post 'leggero', dopo circa dieci giorni di assenza: una
tua canina non sta bene e forse non migliorerà - perciò, un po' hai pure
bisogno di alleggerire pensieri e preoccupazioni.
All'inizio, una panoramica di distese
ghiacciate (come forse ne vedremo sempre meno su questo pianeta) fa da
sfondo alle parole di Harrison Ford /John Thornton, il protagonista. "Lo
Yukon è un luogo pieno di insidie e non sai mai cosa ti aspetti".
Vediamo montagne e Thornton prosegue: "Sono venuto fin quassù perché non
volevo stare con nessuno, ma poi ho incontrato Buck". Harrison di
spalle attraversa una radura isolata, verdissima e piena di sole, poi lo
ritroviamo in un insediamento di cercatori d'oro, trapper e umanità
varia, dove Buck e lui si incontrano per la prima volta - e vediamo un
cane enorme e magnifico.
Stacco. "Lui non era un cane come gli altri. Era stato viziato. E aveva sofferto. Ma non l'avevano sottomesso!"
Buck corre nel giardino di una grande
villa assolata, corre in un corridoio e a momenti tira giù un vaso
prezioso, per cui viene messo alla porta - ma non sembra una punizione
troppo grave.
Una carrozza, di notte, un tizio che chiama Buck e lo fa salire dentro un rimorchio: Buck viene rapito.
Vediamo un treno correre tra le
foreste, vediamo Buck che ringhia e si libera dal cappio e scappa,
correndo su per delle scale di legno.
Poi, un uomo parla con Buck, che
ascolta le sue parole: "Non so da dove tu venga, ma so dove sei adesso:
benvenuto alla fine del mondo". Vediamo Buck sulla prua di una nave in
mezzo ai ghiacci e il suo primo buffo incontro coi fiocchi di neve,
sotto gli occhi di Thornton e altri cercatori, che ridono.
Stacco. Harrison propone a Buck: "Che
ne pensi di un'avventura al di là dei confini conosciuti? Io e te
potremo andare dove nessuno è mai stato prima e vedere cosa c'è." Buck e
Harrison guardano una mappa - e qui, non puoi fare a meno di rammentare
lo Hobbit o Star Trek. Stacco.
Una donna - indiana? - cammina sul
ghiaccio, il ghiaccio si frantuma, la donna cade nell'acqua e Buck si
tuffa a salvarla. Stacco: Harrison e Buck pagaiano sulle rapide in
canoa, poi vediamo un accampamento notturno, dove attorno al fuoco, la
donna dice: "Non l'ho mai visto credere in qualcosa quanto crede in
te!". Sta parlando di Buck verso Thornton, o viceversa? Intanto, uomo e
cane guardano le stelle e il cane si appoggia all'uomo, in un gesto di
grande intimità e amicizia.
Stacco. La slitta corre sulla piana,
mentre sta arrivando una enorme valanga. Buck vede un gigantesco lupo
nero che lo guarda e scarta verso quella direzione, guidando tutta la
muta di cani.
Buck e Harrison si accoccolano
insieme, poi c'è una fugace sequenza di corse, corse, corse, alci,
ululati di lupi, rapide, un orso, che Buck si prepara ad affrontare:
"l'avventura di una vita" (che tu hai inteso sia nel senso di
'l'avventura più memorabile', sia 'la storia avventurosa di una intera
vita, cioè quella di Buck'). Infine, dopo il titolo, siparietto comico,
ché tutti i trailer di oggi son costruiti nello stesso modo: inizio
lento, frasi a effetto, elementi della storia, carrellata action, titoli
e finale leggero. Buck ha dormito nel letto di Thornton per due giorni e
adesso fa le facce, strabuzza e rovescia gli occhi.
Che cosa ti ha suscitato questo trailer?
La prima cosa è l'ultima, impagabile
espressione di Buck, che rovescia gli occhi. Hai letto che tutto il cane
è in CGI e che le espressioni sono state rese più malleabili - tuttavia
hai ben presente come i cani 'veri' siano capaci benissimo di
espressività eloquente, una comunicatività accentuata che hanno imparato
a usare con noi umani che teniamo il volume esistenziale/emotivo sempre
'a palla'. Uno di questi cani, per esempio, abita in casa con te. I
panorami ti han fatto sobbalzare di emozione, anche se sono pressoché
tutti ricostruiti in CGI - o per lo meno, ritoccati nelle parti che li
possano rendere più avventurosi. Sei curioso di vedere come e perché si
inseriranno i due personaggi secondari che hai visto - la donna e
l'altro uomo giovane - perché nel libro, tutti gli umani, Thornton
compreso, sono poco più che fuggevoli apparizioni nella vita del
possente Buck.
Nel complesso, ti sembra un film che
valga la pena di andare a vedere - e, per dirla tutta, sei molto
contento che non siano stati 'usati' cani o altri animali vivi e in
carne e ossa, a dimostrazione che non è più necessario metterli a
repentaglio, farli soffrire o peggio morire, solo per girare un film.
Col cuore in pace, da quel punto di vista, puoi quindi accingerti a
goderti il film - che per altro speri sia un racconto duro e aspro come
nel libro - ma dubiti che sarà proprio così tanto selvaggio. Speri,
insomma, che le promesse vengano mantenute e non si diluisca tutto in
una storia troppo retorica e addolcita.
Qui sotto, il trailer. Se lo
desiderate, se vi interessa, lasciate un commento sulle sensazioni che
comunica a voi. E abbiate fiducia: scriverai anche tutti gli altri post
che avevi ... iniziato.
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