lunedì 27 gennaio 2020

Vedute aeree

veduta aerea del mattatoio di via Traves, Torino...
L'area è molto grande, occupa un isolato intero. Si entra da un ingresso quando la sbarra si alza e al suo interno i camion possono spostarsi per le strade tra i capannoni degli impianti. I loro rimorchi sono pieni all'inverosimile di vittime.

 
fotogramma da

Auschwitz 70: Drone shows Nazi concentration camp (LONG VERSION)







I fotogrammi di Auschwitz 1 e Auschwitz 2 - Birkenau, tratti dal filmato di Owain Rich e Charlie Newland, operatori di drone, ci fanno vedere i luoghi vuoti, nudi nella loro immensità e geometricità. Dall'alto, la somiglianza con l'impianto del mattatoio è certamente notevole, il colpo d'occhio è evidente di per sé.

Sei stato davanti al mattatoio. Hai visitato (due volte) il lager. Davvero, è immane la sensazione del male che aleggia sopra la terra del lager, gli odori e i frastuoni sono scomparsi, ma non la patina - tu pensi - delle azioni qui compiute, senza sosta. Davanti al mattatoio, invece, gli odori sono forti e anche i rumori: la putrefazione, i muggiti, i tubi di scappamento.

I due luoghi sono circondati dalle case comuni, normali, uguali a milioni di altre case, condomini, degli abitanti delle due città: Torino e Oswiecim
Sei stato in via Traves e non riesci a capire come possa venire accettato, considerato normale. Sei andato a Oświęcim e sei incredulo che c'è chi possa dire che non  è accaduto. Invece, questi luoghi non sono mai finiti per sempre.

Hannah Arendt scriveva della 'banalità del male': uomini mediocri che si inseriscono in una struttura burocratica e fanno solo il loro lavoro.

Agnes Heller, al contrario, scriveva che occorre fare un percorso dalla bontà alla perdizione - per darsi alla malvagità, al 'male radicale'.

Non sai chi delle due si avvicini di più alla realtà delle cose. Vero è che un impianto come un lager o un mattatoio - che dà da lavorare a centinaia di  persone: c'è chi si occupa dei trasporti, chi smista le vittime, qualcuno sorveglia, qualcun altro prepara le vittime, ancora altri eseguono l'uccisione- necessita di una organizzazione ferrea, di tabelle, orari e obiettivi di produzione. Le statistiche che ne derivano e che improntano il lavoro successivo, si possono ottenere solo se il tutto è ridotto a routine, a metodo, abitudine, diviene procedura, si trasforma in protocollo, emette istruzioni scritte e riempie archivi, formulari. Il lavoro di uccisione e tortura che alcuni uomini compiono, viene contabilizzato da altri uomini. (Arendt?).

Il lager è una immagine della modernità: una modernità senza memoria né spessore, ma sospesa su abissi spalancati. All'inizio, si pens che il Male sia assente - un punto di vista religioso  emetafisico .  Man mano che si diffonde, nessuno più lo riconosce, nessuno più riesce a distinguerlo. Si diventa malvagi: si prova piacere nel distruggere, si diviene sadici; oppure indifferenti, si vede il male ma non ci importa più. Alla fine del percorso, si raggiunge il Male radicale, che capovolge la realtà. (Heller?).






 

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