martedì 7 agosto 2018

Un'eterna Treblinka, parte seconda (Il miglioramento della razza: dall'allevamento al genocidio) - Riletture dell'antispecismo


"Tutta la nostra società è fatta per dare spago alla violenza", così Tiziano Terzani. Ma non basta: "Come si può allevare la vita per ucciderla e mangiarsela?".
In queste due frasi, così accorate, come solo la voce di un poeta ha il coraggio di essere, mentre va a ficcarsi al cuore dell'orrore di umana produzione, si racchiude, secondo te, l'essenza del nazismo eterno, imperituro. Il meme-nazismo che - inoculatosi ormai nel tessuto sociale e mentale umano - non è mai davvero scomparso. Il meme è un concetto articolato, infatti, non si riduce alle figurine umoristiche sui social.
Quel nazismo-high tech che riduce tutto il vivente a oggetto manipolabile, valutabile, misurabile, mercificabile, modificabile, riproducibile all'infinito, sacrificabile per sempre e per ogni e qualsiasi motivo - dal circo alla vivisezione, passando per la caccia e lo zoo.
Charles Patterson, lo ha fotografato nel suo libro: "Un'eterna Treblinka".

La rilettura della introduzione la trovate qui.
La rilettura della prima parte la trovate qui.
La rilettura dell'inizio della seconda parte la trovate qui.




Prosegui con la rilettura per così dire ragionata di "Un'eterna Treblinka", di Charles Patterson. Sei ormai ben dentro i meandri dei fatti raccontati, documentati, dall'autore. La sua cronaca storica è incalzante, secondo quello stile divulgativo che vuol far emergere una tesi dalla esposizione di una grande quantità di dati.

Nel capitolo 4 - il secondo della seconda parte - è il nazismo che viene dispiegato, in tutti i suoi dettagli che ne snudano l'essenza.
Il biopotere è la cifra distintiva del nazismo - un nazismo atemporale e per nulla scomparso. Perché  - sembra scrivere Patterson - è già presente e integrato nella società capitalista, rappresentata nella sua essenza dal fordismo statunitense. 
Ford, a sua volta, rientrava in un contesto culturale votato alla performance perennemente migliorabile, all'infinito: dalle tecniche zootecniche per modellare gli animali sulle macchine impiegate per allevarli, dominarli e ucciderli, ai tentativi di migliorare la popolazione, alla sterilizzazione forzata - e, in Germania, a forme di eutanasia e genocidio,

In Usa, la storia della eugentica è lunga e ha molte fasi, a partire da Francis Galton, cugino di Charles Darwin: Galton nel 1860 coniò la parola 'eugenetica'. Per proseguire coi lavori di selezione delle piante di Luther Burbank, fino alla creazione della American Breeders' Association, che unì allevatori e genetisti. La ABA organizzò il lavoro in quindici comitati per l'allevamento di vari animali da reddito. Infine, la creazione di un comitato sulla ereditarietà umana, o eugenetica, dette il via al movimento eugenetico americano. Il movimento voleva migliorare la razza umana attraverso incroci mirati, classificazioni delle razze e sterilizzazione forzata per le persone geneticamente anormali. Inoltre,ottennero leggi restrittive sull'immigrazione.
I membri dell'ABA lavoravano moltissimo, alternando esperimenti sui polli e manipolazione della riproduzione degli animali, a ricerche eugenetiche sul "ritardo mentale" e sulle caratteristiche genetiche degli immigrati dall'Europa meridionale e orientale.
Gli studi dell'Eugenics Record Office sulle cosiddette 'famiglie cacogeniche', rafforzarono la convinzione che i problemi sociali avessero una origine genetica. Questa riedizione del darwinismo sociale più implacabile - di per sé, una strumentale e grottesca  deformazione della teoria darwiniana -  influenzò sia le scienze sociali che le politiche sociali (controllo del crimine, istruzione, matrimonio, controllo delle nascite, alcolismo, ritardo mentale, poveri, sterilizzazione). L'eugentica aveva l'obbligo di controllare l'ereditarietà e di impedire la riproduzione di soggetti inferiori.
La sterilizzazione ebbe inizio alla fine del XIX secolo, con la castrazione prima e la vasectomia successivamente.

Alfred Ploetz fu il fondatore dell'eugenetica in Germania: si diffuse negli ambienti medici col nome di 'igiene razziale', cioè la "eliminazione pietosa" dei pazienti "non meritevoli di vita", dementi mentali senza scopo, che soffrono e gravano sia sui loro famigliari che sulla società. Una "zavorra umana", una "umanità difettosa". I medici arrivarono a respingere il giuramento di Ippocrate e ad apprezzare l'uso dei cadaveri degli "handicappati" per scopi didattici e di ricerca.
Il modello, erano comunque gli USA: nelle riviste tedesche di eugenetica, gli sviluppi americani erano continuamente riportati, a titolo di esempio da seguire. 

Quando i nazisti salirono al potere, l'igiene razziale si era già affernata come ortodossia scientifica presso la comunità medica tedesca. Fu in questo contesto di potere e di pensiero che venne varata la Legge per la prevenzione delle malattie ereditarie, che imponeva la sterilizzazione di pazienti con disturbi mentali e fisici. Chi sceglieva i soggetti da sterilizzare? I 181 tribunali per la salute ereditari, istituiti dal governo nazista. Con il collegamento ai tribunali civili e l'obbligo di segnalazione imposto ai medici, era impossibile che sfuggissero casi al vaglio della sterilizzazione. L'obiettivo era di sterilizzare il 15% della popolazione tedesca. 
Il messaggio eugenetico era propagandato usando ogni mezzo, con grande efficacia. L'Ufficio per la politica razziale nazionalsocialista arrivò a produrre dei film muti sulla sterilizzazione, che venivano proiettati nei cinematografi tedeschi. I malati erano definiti come 'creature', 'esseri',  'esistenze' , 'vite indegne di esser vissute', 'idioti', 'parodie umane'; o veniva o equiparati agli animali, o addirittura inferiori. Il popolo andava 'rieducato'.
La sinergia tra eugenetisti americani e scienziati tedeschi proseguì negli anni, con scambi reciproci e proficui di uomini, conoscenze, sostegni, propaganda.

Come i suoi omologhi americani, anche Himmler, capo delle SS e principale organizzatore dell'Olocausto, iniziò il suo viaggio nell'eugenetica partendo dall'allevamento degli animali. Lo sfruttamento degli animali - il controllo delle nascite, la selezione, la eliminazione, la macellazione - preparava la strada alle pratiche di genocidio umano.
Himmler decise di diventare anche un allevatore di esseri umani, una élite razziale basata sulle SS di razza pura, com maschi riproduttori e e femmine fattrici selezionate.

Prima di arrivare ai lager di sterminio, nel 1939, la campagna eugenetica  segnò un'altra tappa: la eliminazione sistematica dei tedeschi con ritardi mentali, disturbi emotivi e infermità fisiche.
Vennero eliminati, in segreto e in modo sistematico, anziani, malati mentali, malati incurabili, bambini deformi e altri soggetti che richiedevano cure a lungo termine, che suscitavano repulsione, che si collocavano al più basso livello animale, per mezzo di camere a gas, iniezioni letali e altri strumenti (inedia, somministrazione di fenobarbitale, acido dietilbarbiturico, morfina, scopolamina,  all'interno di ospedali, case di cura e manicomi). Nella logica nazista, sterilizzazione forzata, sterminio ed eutanasia erano connesse. Venne sperimentato anche il monossido di carbonio per la asfissia, usato prima su topi e ratti e poi su umani. Tutto questo era Aktion T4.  

Enormemente osceno, T4, fu - in prospettiva - la prova generale e l'occasione per implementare - migliorate - le tecniche di gestione, eliminazione e smaltimento di ebrei, zingari e altri tipi umani (come gli omosessuali), all'interno dei lager di sterminio.

Nel capitolo 5, Patterson afferma: "Nel XX secolo, due moderne nazioni industrializzate - USA e Germania - hanno macellato milioni di esseri umani e miliardi di altri esseri viventi".
Secondo Patterson, il mattatoio industriale (made in USA) e la camera a gas (Hergestellt in Deutschland) sono le rispettive tecnologie fornite a questa pratica di sterminio.
Rapidità, efficienza, prassi fluida e sempre in movimento, una miscela di inganno, intimidazione, coercizione, forza fisica e rapidità. Le procedure di sterminio vengono serializzate in routine di impronta fordista, meccaniche, ripetitive, programmate, parcellizzate in microazioni (al limite, un unico gesto), il più possibile separate dalle altre e decontestualizzate, per nascondere all'operatore la dimensione morale del gesto che sta compiendo, per anestetizzare la sua capacità emotiva di empatizzare col corpo che deve uccidere, e che non è già più un indiviuduo riconoscibile come tale.

Ci sono rampe, imbuti, tunnel, percorsi obbligati, paratie, corridoi stretti, che si snodano anche per decine, centinaia di metri: sono gli strumenti escogitati per fiaccare la 'resistenza animale' delle creature allevate, internate, selezionate, condannate, creature "così perfette e così utili"
Anche Patterson cita Temple Grandin, che ha inventato la rampa e il convettore a doppio binario: la sua personale "macchina degli abbracci". In pratica meccanismi e apparati per far desistere da ogni residua volontà di resistenza gli animali in cammino sul percorso verso il macello, poiché creano l'illusione di protezione - il che è proprio ciò che animali sfiancati nel corpo e disorientati nella mente, desidererebbero di più; mentre invece subiscono l'estremo inganno. (E, perciò, non hai mai capito, né accettato, come la Grandin sia tanto apprezzata).

Naturalmente, non tutto fila liscio, perché non siamo effettivamente di fronte a oggetti, ma abbiamo davanti individui vivi, che coi loro corpi nudi gettano se stessi davanti agli occhi dei macellatori, agli occhi delle guardie, agli occhi dei becchini. Ci sono vecchi e deboli; ci sono bambini. Ci sono neonati. Ci sono persone/femmine  incinta (umane e bovine o equine). Questi 'contrattempi' sono una delle preoccupazioni maggiori per gli amministratori dei macelli e dei lager: perché impattano con la forza della loro vita indifesa e nuova, contro la scorza apatica degli esecutori del genocidio. Escogitare tecniche e strumenti per attutire questo impatto è molto più difficile. E lascia segni, cictrici profonde nell'anima degli assasini, quell'anima che credevano di non avere più.

(Una delle tecniche è soprattutto di addestramento, si parla di 'uccisione umanitaria', per cui coloro che uccidono 'umanamente' spesso sostengono che le loro vittime soffrono poco o non soffrono affatto  - così, Patterson. Questa confusione, dovrebbe aiutarli a sopportare i sensi di colpa e a rendere il proseguimento delle uccisioni più accettabile. Fa parte delle 'narrazioni' che gli aguzzini elaborano, per impedire la presa di coscienza degli esecutori materiali - che siano macellatori o soldati - dei consumatori e dei cittadini che vivono all'esterno della struttura di sterminio).


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