mercoledì 29 agosto 2018

Ci vorrebbe il mare...



Che cosa avrà pensato quest* elefante, sentendo le onde che bagnavano le sue gambe? sentendo la brezza sulle orecchie? assaporando gli odori con la sua sensibilissima proboscide?








...quando invece, fino a poche ore prima, la sua sorte era molto simile a questa, di questi altri due elefanti, di cui non ci è dato conoscere nulla - e ci fate caso? le foto diventano quasi intercambiabili, come se non si trattasse di individui diversi, come se non li separassero anni e continenti: anche questo è un segnale, un sintomo di reificazione, che li rende sostituibili e sovrapponibili, come oggetti in serie, come frammenti di un unico collettivo oggetto 'elefantino'.

La storia dell'elefante al mare, purtroppo, non è una storia a lieto fine, come si è saputo leggendola sui social.
Però, è la storia di una ribellione - disperata - a una prigionia subita dal corpo e dai pensieri. Quest*elefante (un elefante? una elefantessa?), è scappato da un circo, e si è diretto al mare, forse seguendo odori e desideri - non lo sapremo mai.
Ha fatto il bagno, ha guardato l'orizzonte, ha camminato, magari ha barrito le sue emozioni: ecco la libertà - che brucia dentro, anche nei corpi di chi è nato già prigioniero e perciò l'uomo si illude sia disinteressato a vivere libero, sia del tutto arreso e arrendevole, sconfitto ancor prima di cominciare a lottare.

Invece, gli animali non umani, lottano. Scappano e cercano la fuga verso la libertà - che ogni individuo, qualsiasi sia il corpo specifico che lo fa vivere anela con tutte le sue forze, persino più della vita stessa.

Ma cosa può fare, privo di aiuto, privo di alleati, in uno spazio, quasi sicuramente urbano, anche se periferico o rivierasco, che gli è incomprensibile e ostile in qualsiasi manifestazione?
Non c'è ammirazione per un* elefante che fugge dalla prigione, né solidarietà, o aiuto per mantenere la libertà appena scoperta.
Tutto intorno, solo umani che deridono, che fanno i selfie, o osservano inerti e indifferenti e disinteressati; oppure spaventati, oppure arrabbiati, offesi, indignati, disgustati di fronte a questo individuo che si mostra senza più schermi, in tutta la sua libertà, un corpo che può finalmente muoversi, provare  decidere dove dirigersi, cosa fare per stare meglio, per raggiungere la felicità e la sicurezza.

Questo elefante non è il primo fuggitivo e non sarà l'ultimo. 
Prima di questo elefante,  ci sono stati tantissimi altri animali e sempre ce ne saranno: perciò l'uomo deve escogitare congegni sempre più sofisticati, trappole sempre più insidiose, gabbie sempre più strette, costrizioni elettriche, chimiche, genetiche.

(Pare che i suoi padroni circensi lo abbiano fatto uscire di proposito, per fare pubblicità al circo. Come un oggetto favoloso da mostrare, come se invece non avesse emozioni, come se quel baluginare di speranza di libertà non fosse una grande emozione, vissuta solo per venire prestissimo di nuovo repressa, mortificata, proibita. La sua vita, purtroppo, rimane uguale nella sostanza: prigionia, alternata allo stress doloroso delle ridicole, crudeli esibizioni sulla pista del circo - i cosiddetti 'spettacoli').

Un terrestre così enorme - quest*elefante -  e così sensibile, così solo, indifeso, esposto alla violenza del sistema di vita umano, che sceglie di vivere una grande e gioiosa emozione sensuale tra le onde del mare, dovrebbe toccare corde empatiche in tutti, dovrebbe far aprire gli occhi davanti a un sistema del quale nessuno riesce più a cogliere l'interezza, nemmeno se finalmente ne diventa consapevole, nemmeno se si impegna per scardinarlo e per cambiarlo. Il sistema del dominio contro la vita.

 

2 commenti:

  1. Viva la libertà in tutte le sue forme.
    Viva la libertà e il rispetto per gli altri .
    Viva la libertà per tutti gli animali, umani compresi.
    Viva la libertà abbasso il circo , quelli almeno che sfruttano gli animali nei loro spettacoli.
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se si facessero ancora le manifestazioni contro i circhi (già, perché non si fanno più?), queste poarole potrebbero essere dei bellissimi slogan. Grazie! Ciao

      Elimina

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