Pochi giorni fa, era la giornata mondiale della poesia. Inoltre, è arrivata la primavera. Eventi ovvi e naturali? Eventi artificiali e di circostanza?
Può darsi che sia così. Notarli, però, non è dannoso né futile.
La primavera riapre la strada allo sbocciare letterale e impetuoso, rapidissimo, di tutto quello che è vivo e che aspetta il calore per ritrovare la forza e il coraggio di riprendere a vivere. Bisogna prendersi tempo, per osservarne le manifestazioni. Questo tempo (ri)preso, è quello che ricollega l'individuo al mondo concreto in cui vive.
La poesia viene festeggiata, celebrata, riconosciuta, ha a disposizione ventiquattro ore per far emergere la sua forza, la sua potenza, la sua nervosità interstiziale nei meandri dei fatti, la sua dirompenza allo stesso tempo luminosa e tenebrosa. Così potente, la poesia, da ricevere un tributo che però è effimero - come i tributi che si fanno alle donne l'8 marzo, per esempio - o agli animali, in altre giornate dedicate: giornate dedicate, escogitate perché poi nulla davvero cambi - c'è chi lo dice.
Ma cosa succede se qualcuno imbraccia la poesia, e la fa parlare - per esempio - con le donne, con gli animali? Domande un poco oziose.
Poiché in questi giorni tu sei -a dispetto del tempo che passa in ogni caso - ancora pieno del vuoto lasciato da Lisa, pensi che questa primavera lei non la vivrà, in mezzo a un prato di trifogli e di tarassachi (che lei assaggiava, se le capitava).
Pensi a lei, e scrivi due haiku per lei:
ti allontana
sentimento cocente
mentre ti muovi
impossibile
distanza tra me e te
e il giorno brilla
Per i prossimi giorni, per i prossimi post, magari ripartirai, rispingendoti al largo.
dedicato a Lisa. E a tutti quelli che non godranno di questa e di altre primavere
RispondiEliminaa un certo punto, il tempo si ferma, per le esistenze individuali, la realtà concreta prosegue senza di loro
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