sabato 2 marzo 2019

Una storia che ricomincerà

Lisa nel 2011, dopo un mese di crisi epilettiche a grappolo


Proteggevi Lisa dall'estate del 2011, da quando ebbe un mese di crisi epiettiche a grappolo: quell'evento difficile la portò a un passo dall'eutanasia, ma invece ha reso fortissimo il nostro legame.

 
2011


E lei proteggeva te: con una routine fatta di cure, che è stata lunga quasi dieci anni, una abitudine di vita che ha costituito un sottofondo costante.

Ora che quelle cose da fare - le tue mani non devono più smistare le medicine, non devono più preparare una ciotola di cibo, non devono più sistemare una cuccia - non hanno più motivo di rimanere, tu provi un senso di stranezza.
Le cure per Lisa ti definivano, ti orientavano nelle scelte, le cure erano una incombenza che (ti) dicevano chi tu fossi.

Senti il vuoto, ora, ogni giorno di più - nonostante il dolore si sia ingentilito - perché ogni giorno conferma l'assenza fisica di Lia, qui-con-te.
Vorresti più tempo, sei tu ora che sei in crisi, per via del fatto di non dover fare più alcuna cura - né poterla fare.

Il rimorso, il dubbio (quel "avrei potuto fare e non ho fatto"), il senso di colpa, arrivano a tradimento: sono un modo davvero contorto per dire: "Voglio più tempo! Devo continuare a prendermi cura! Mi è venuta in mente una cosa nuova da fare!".

Ma forse c'è dell'alto, più semplice.
Tutti abbiamo una storia che si snoda e che ora si è semplicemente interrotta. Una storia che un giorno - in altri altrove - riprenderà, perché ci ritroveremo.
Intanto l'attesa sarà - oppure non sarà - contrassegnata dalla nostalgia.
Invece no, sarà serena, trascorrerà in modo felice, per Lisa, che si troverà in luoghi belli e felici (questo, secondo una piccola storia indiana che hai letto nel libro "Il dolore negato" di Pier Luigi Gallucci - su cui tornerai).
E allo stesso tempo, Lisa sarà al sicuro nel tuo cuore, esattamente come ti capitò di pensare, con cristallina sicurezza, da ragazzo.

2 commenti:

  1. Come diceva Foscolo nessuno muore se c'è qualcuno che lo ricorda. E non ci sono parole per il dolore. Ti abbraccio.

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    1. ... e in maniera speculare, qualcosa di chi rimane, muore con chi se ne è andato: un nome che non puoi più pronunciare perché non risponde più nessuno, cose che il tuo corpo e le tue mani avevan imparato a fare e che adesso non han più senso, rimarrano sospese in modo indefinito. Tiabbraccio

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