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le spoglie dell'orsa KJ2, uccisa in Trentino |
Per sapere certe notizie, ormai, occorre stare su internet, che sia FB, che siano altri siti o social. Sulla carta di giornale, difficile trovar certe notizie, ormai.
Notizie come questa: che l'orsa KJ2, è stata uccisa. A bruciapelo.
Vedi le foto e ti viene in mente la pratica antica ma non troppo di far vedere le spoglie del nemico ucciso - specialmente se su questo nemico si era costruita una narrazione che lo ha reso enorme, mostruoso, potente, temibile, pericoloso. Che fosse vera, questa narrazione, poco importa(va). Tanto più pericoloso è il nemico, tanto maggiore il coraggio dei suoi sgominatori e i meriti che riceveranno, la gloria, l'onore, la gratitudine. Questo accade in un mondo rovesciato, dove c'è chi se le canta e se le suona in totale autonomia: fa le regole a sua misura, sulla pelle di altri viventi; poi le viola, le trasgredisce, le ignora, per arrivare a compiere gesti che rispondono solo a tornaconti e profitti del tutto avulsi da una qualsiasi capacità di lungimiranza - se proprio ci si ostina a rifiutare atteggiamenti come 'empatia' o 'rispetto'.
L'uccisione - anzi: l'assassinio - dell'orsa KJ2 - nemmeno un nome, solo una sigla, come quella che si imprime sugli oggetti serializzati e sostituibili - rientra in queste logiche.
La scelta, l'uso delle parole, non sono casuali, né neutrali. Così come non lo sono le motivazioni, le spiegazioni, le descrizioni, che si avvolgono di tecnicismi e proceduralismi:
" Il documentato indice di pericolosità dell’esemplare, culminato nel
ferimento di due persone, ha richiesto l’attuazione dell’ordinanza nel
più breve tempo possibile".
Un fumoso indice di pericolosità, la creazione dello stato di emergenza, che mette fretta, che impedisce di pensare, di ragionare, ma libera solamente spiriti di rappresaglia e vendetta, fanno il resto.
Chi può verificare questo indice di pericolosità? Da quando esiste? Perché non sono stati chiamati etologi?
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il corpo del nemico ucciso viene esposto al pubblico, per appagarne la sete di vendetta... |
Gli animali non umani sono per davvero perennemente inseriti, immersi in un gigantesco 'zoo panopticon', dove sono sempre osservati, a distanza, dove possono sempre venire catturati per essere esaminati geneticamente e 'radiocollarizzati'. Per controllare che obbediscano sempre alle regole - in realtà, sono strettissimi, angusti binari decisi unilateralmente dagli umani e che gli altranimali non possono conoscere, di cui nemmeno sospettano l'esistenza. Ogni loro disobbedienza, d'altro canto, ha una sola soluzione, un'unica punizione: la pena capitale. Questa è l'impressione che se ne ricava: solo la morte, l'esecuzione, l'uccisione, permette agli umani di sentirsi risarciti e concede agli altranimali una effimera, illusoria tregua.
Ora, tutto questo è molto chiaro.
Come si può rispondere? (e da questa risposta, hai tratto motivo e ispirazione, a tua volta, per questo istant-post).
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...la mela non mi piace più... |
Se non ricordi male, lo avevi studiato all'Università, o comunque ne avevi letto, come studio di caso di successo, o esempio concreto e molto efficace di pressione politica: il boicottaggio etico. Forse, tra i primi ad applicarlo ci fu Amnesty International.
Consiste nel non comprare più alcun prodotto, o servizio, o merce, proveniente da un luogo dove si ritenga siano (stati) commessi atti eticamente discutibili. Toccare il portafoglio, si sa, è la via più breve per arrivare al comprendonio delle persone (è la logica delle multe, che sono punizioni, sanzioni economiche; importa meno dove vadano a finire i soldi raccolti attraverso esse). Chiudere i propri cordoni della borsa - ad esempio - davanti a tutto ciò che in etichetta reca il nome della regione dove l'orsa è stata uccisa, può risultare assai efficace. Una chiusura, che andrebbe contestualizzata, organizzata e comunicata agli interessati. Altrimenti potrebbe passare inosservata.
Ma se Ugo Rossi potrebbe vestire i panni di Charles Cunningham Boycott, saranno gli attivisti uniti e tosti come la Irish Land League del 1880? (leggere per saperlo).
Non posso credere che l'abbiano fatto, è assurdo.
RispondiEliminasinforosa
sì, è assurdo se pensi in modo empatico. se invece ragioni col metro del profitto nudo e crudo, quello che interessa ali gruppi dei cacciatori o dei pastori, per esempio, per loro era l'unica cosa da fare. togliamo ogni spazio eogni tempo di vita a qualsiasi animale, e li uccidiamo se danno segnali di non sopportare più la prigionia da noi imposta...
EliminaGrazie Giovanni per le tue sempre interessanti riflessioni, piene di umanità in senso ampio, ossia, forse dovremmo dire, di animalità ;-)
RispondiEliminaeh sì, forse è il termine che piùsi avvicina ;-) d'altro canto, sto leggendo tanti ulteriori commenti, e vedendo foto, che partono da questo triste assassinio eprovano a esplorare molte considerazioni. Quel che sto pensando, sempre più, è che Derrida aveva ragione: questa è la guerra sulla pietà, che l'umano, racchiusosi nella sua tecnobolla solipsistica, ha deciso di muovere contro tutto il resto del pianeta, senza esclusione di armi.
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