mercoledì 11 marzo 2015

If you love somebody...

8 marzo 2015: Turid Rugaas a Novara

C'era una volta, tanti e tanti milioni di anni fa - proprio così! - un animale che si radunava in branchi e che costruiva le sue tane. Questo animale zampettava e correva su due sole gambe e usava di legni e sassi e altri oggetti, e conservava il fuoco che si accendeva con l'arrivo del lampo dal cielo. Questo animale, piaceva al lupo, perché nelle vicinanze delle sue tane c'era abbondanza di cibo, facile da trovare. Forse per questo, forse per altri motivi che il lupo sentiva dentro di sé, ma che non provava il bisogno di raccontare  -e perciò non possiamo conoscerli tutti, né essere certi di come andarono veramente e fino in fondo le cose, che ci impiegarono però non poco tempo a svolgersi - che proprio lui, il lupo, decise di accompagnarsi con questo animale, che si sarebbe diffuso come 'uomo'.
Questo inizio al sapor di favola, per ricordarci che molto probabilmente cani e uomini si sono incontrati molto presto nel loro cammino sul pianeta, e da quel momento hanno deciso di percorrere la strada insieme. Le teorie zooantrpologiche, in effetti, parlano di co-evoluzione, e non di semplice addomesticamento-asservimento del lupo da parte dell'uomo - il che costituirebbe una distorsione prospettica non indifferente. Se l'uomo -o, per meglio dire, quegli individui umani che avevano maggiore propensione al contatto con lupo, perché non ne provavano diffidenza -  ha influenzato il lupo, anche il lupo - o, per meglio dire, quegli individui lupini che avevano maggiore spiccata propensione al contatto con uomo, perché non ne provavano diffidenza - ha riorientato la strada percorsa da uomo lungo il tortuoso e impervio sentiero dell'evoluzione. Il lupo - diventato cane - ha portato la sua socialità spiccata, la sua intelligenza sociale e collaborativa.
Al punto da diventare, al giorno d'oggi una efficace cartina di tornasole per comprendere la qualità della vita degli umani. Cani e umani hanno esigenze emozionali e fisiche molto simili, e se gli ambienti dove uomo vive e si raduna in grandi numeri, non sono accoglienti o salutari per cane, finiscono col diventare ostili anche per uomo. In una parola semplice: dove non c'è cane, non ci sarà nemmeno uomo. (E ovunque ci sia uomo,  si trova anche cane). Risuonano echi di 'Anni senza fine'. Mi viene in mente il finale del film 'The Road', dove i primi - e fino a quel momento e fino a prova contraria unici - umani che infine troviamo in condizioni di relativa non precarietà, e relativa prospettiva di futuro, che costituiscono un basilare nucleo famigliare, e riescono a conservare e conservarsi, e riescono a riaprire la prospettiva dei loro pensieri e dei loro sguardi agli altri individui che incontrano - sono anche i primi, e unici, umani, a girare per le strade del mondo rinsecchito, con la compagnia e la presenza di un cane, che osserva e li osserva. Un non detto che però mi piace pensare che suggerisca come il cane con la sua presenza riporti l'uomo a non perdersi più sulla strada della morte, lo riporti a una prospettiva di senso della vita, ridandogli la possibilità di non morire.



 Questo il cane riesce a farlo, in forza delle sue emozioni e della sua capacità di comunicarle.
Dopo questa lunga digressione, rieccoci finalmente a Turid Rugaas, che domenica ha proseguito il suo discorso sulle emozioni canine.

Il cane appare come una creatura ricca di una incredibile indole gentile, e nei millenni non ha smarrito il senso della sua vicinanza alll'uomo - non si potrebbe quasi dire il contrario: l'uomo ha perduto la memoria del significato di questo lunghissimo legame, che lo ha visto nascere e diventare quel che è oggi. Le conseguenze di questa smemoratezza sono tanto presenti e attuali, quanto drammatiche e dolorose, specialmente per l'altro membro della coppia: il cane. 
Nel seminario di Turid Rugaas, ecco l'occasione di riannodare i fili e ritrovare il senso del nostro stare insieme.
Prima di tutto, però, prima  di affrontare l'intrico dei miei appunti, preferisco scrivere ancora sull'onda impressionistica delle emozioni, suscitate dalle parole calme e inequiviocabili di Turid.
Perché le emozioni del cane, raccontate da questa donna che li conosce da moltissimi anni e ne ha incontrati a migliaia, fanno rivivere emozioni e ricordi di emozioni. Per me, almeno, così è stato. Infatti, i 'suoi' segnali di calma li ho scoperti dai libri ormai circa dieci anni fa, e non hanno perso la loro potenza narrativa, la loro notevole capacità di spiegare. Quando scoprii che - per esempio - il cane si lecca il naso o sbadiglia, lo sta facendo per comunicare qualcosa di molto profondio emotivamente - e non perché gioca, o è goloso, o dà la zampa, o ha male al piede. Cioè, non sono gesti istintuali, occasionali, estemporanei, isolati e inconsapevoli; ma sono segnali, lettere, vocaboli, frasi, di una lingua - quella canina - complessa e raffinata, sul piano della comunicazione di emozioni tra individui diversi riuniti in un medesimo gruppo; una lingua alla stregua delle parlate umane. E una lingua che è capace di superare le barriere tra le differenti specie. Quando ho scoperto questo, quando ho studiato le basi di questa lingua, sono rimasto - mi ricordo! -  a bocca aperta, e così carico di entusiasmo che continuavo a scrutare ogni cane che incontravo, per sorprenderlo mentre faceva un qualche segnale calmante. Il mio modo di vedere i cani si è rivoluzionato, i cani hanno capovolto la mia idea che avevo di loro - anche se era comunque una idea basata sull'amore e sul rispetto.

Se il progenitore lupino non fosse stato così abile nella comunicazione emotiva sociale, cane e uomo non avrebbero fatto così tanto cammino insieme; anzi, quel cammino nemmeno sarebbe cominciato.

stanno giocando! e si sstanno dicendo tantissime cose!

E allora: che cosa ha dimenticato l'uomo? Perché oggi è diffuso il triste sentimento del disinteresse, quando non della paura, o del ribrezzo, o dell'odio, nei confronti del cane? A che punto del cammino l'uomo ha imboccato un sentiero che lo ha allontanato dal suo compagno cane?
Ascoltando Turid (ma ci torneremo, un terzo post di appunti ...) mi viene da pensare che l'uomo abbia dimenticato cosa significhi la libertà, e abbia sostituito l'anelito per la libertà, con la ricerca del controllo e della sicurezza - che in teoria, secondo una illusione, deriverebbe dal controllo.

L'uomo ha una ossessione per il controllo, ha paura di perderlo e escogita continuamente modi e strategie per continuare a esercitarlo; e con la fatica che fa per conseguirne una temporanea illusione, a prezzo di una vita che lui stesso considera non felice né desiderabile, non può, subito dopo, fare altimenti che raccontarsi illusioni e miti che (gli) parlano della sua superiorità, del valore della vita fatta di controllo e di fatica, per ottenere il predominio che spetta a chi è superiore.
Ma non allontaniamoci troppo dal seminato: la vicinanza di un individuo libero, come il cane, come il lupo, che con la sua stessa presenza dimostra la inconsistenza del mito della superiorità e del dominio, suscita insicurezza e va ridimensionata. Ecco perché, il cane diventa un argomento di poco valore, banale, su cui si sa già tutto e non c'è più nulla da conoscere, da perderci tempo. Il cane va controllato e deve imparare a eseguire ordini e comandi. Perciò esistono i guinzagli, le museruole, i comandi adoperati come il sergente di Full Metal Jacket.

No. Il cane è un mondo, un universo intero, complesso e sensibile  -proprio come gli umani, ma alla maniera canina. 
La vicinanza di un individuo libero come il cane, ci spinge a cambiare vita, assumerci le nostre responsabilità, diventare coraggiosi. Il cane - il 'nostro' cane, i cani che vivono con noi - hanno diritto al nostro rispetto, al nostro amore, al nostro metterci nelle condizioni di saperli ascoltare e poterli assecondare. 
Sta a noi capire tutta la complessità emotiva dell'individuo canino; in modo - anche - da toglierlo per tempo dalle situazioni che ne mettono in pericolo o l'esistenza o le capacità. Prevenire, anticipare, sottrarre il cane dall'esposizione a qualcosa di deleterio; ma in modo che possa scoprire alternative al pericolo e sia quindi messo nella condizione di scegliere, nella massima libertà: acquisirà così esperienze, competenze, fiducia in se stesso, scongiurando in tal modo il pericolo mortale della cosiddetta 'impotenza appresa', ovvero la totale sfiducia nei propri mezzi, l'orlo della depressione.

Come ci possano essere cani ridotti all'avvilimento più estremo, definitivo, da anni di incuria, maltrattamento intensivo, violenza; come sia possibile dall'altro lato, il maltrattamento estensivo, fatto di troppe carezze, di divieti a ' annusare lì' o ' fare pipì qui', o 'scavare', o 'leccare per terra', o 'mangiare il legnetto', o 'annusare il sedere di un altro cane', o ... 'abbaiare' (!) (ecc).
Secondo Turid, è il risultato dell'insicurezza, della smania di controllo, dell'ansia di potere, della volontà di comandare, dirigere, dominare. Nei confronti di creature ritenute inferiori, incapaci, bisognose. Perciò, non si deve alcun rispetto verso nessuna delle manifestazioni canine di emozioni: le ridicolizziamo, le volgarizziamo, non ce ne accorgiamo, le minimizziamo, le interpretiamo a vanvera, che è come negarle.

Se - come genitori norvegesi - saremo capaci di 'lasciare andare' il nostro cane, fidandoci di lui, scopriremo che torna, e che lo fa perché ha piacere di farlo. E che lo fa perché si fida; e che si fida perché abbiamo costruito insieme una bella relazione reciproca.

Se ami qualcuno, lascialo libero. "If you love somebody, set them free", cantava Sting. 

foto di Lorenzo LoFoto in Collina







(-2- continua...)

8 commenti:

  1. Ho appena finito di leggere un bell'artricolo sul seminario. Un altro bellissimo e personale punto di vista su Turid e i messaggi che propone e le emozioni che sa suscitare.

    http://www.elettramartelli.it/se-fosse-sempre-liberta/

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    1. http://www.ilportaledelcavallo.it/articolo.asp?tit=bemotions-in-dogs-b-lesperta-cinofila-turid-rugaas-insegna-a-relazionarsi-con-il-cane-in-maniera-costruttiva&id_articolo=6224#.VP7t5eW1MuI.facebook

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  2. Bellissimo post! Ricco di spunti di riflessione....Grazie :-)
    Buona giornata
    Serena

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    1. Ciao Serena, grazie a te, sono contento che ti sia piaciuto. :-) Buona serata
      G

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  3. Credo che la tua frase finale, per me che non sono un'esperta, ma solo una tua fan, riassuma i tuoi due ultimi post. E poi vale per tutti indistintamente. W la libertà... Bau Bau (dovrei studiare il "canino")

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    1. Oh mamma, ho una fan, sono emozionato e mi fa piacere! Guarda, se davvero davvero ti vien voglia di studiare il 'canino', potresti cercare e prendere i libri di Turid Rugaas, o anche, per cominciare, cercare su google i 'calming signals' tra le immagini. Credo che ne saresti per lo meno interessata.
      L'amore è libertà: se lasci chi ami, se ti ama ritornerà.

      (evvai, ho fatto la rima)

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  4. Giovanni che meraviglia...sarei morta tante volte psicologicamente intendo senza la vicinanza dei miei cani, sono sempre loro che mi hanno guidata, riportata alla vita, cercando di farmela ancora amare, soprattutto ora che sono rimasta sola. Sono i guardiani del mio destino!
    Un bacio !
    Grazie amico mio , un bacio!

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    1. Ciao Nella. Io credo che l'equilibrio emotivo dei cani sia davvero molto speciale: sono capaci di farci amare la vita, così come la amano loro.
      Un bacio a te, cara amica, e ancora grazie per le tue parole!

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