C'è questa coraggiosa, forte, focalizzata campagna Nomattatoio, che sta proseguendo, e che adesso, a Pasqua, si trova a un crocevia.
Sono già quattro i presidi avvenuti davanti al mattatoio di Roma, ognuno più 'grande' di quello del mese precedente. La campagna continuerà.
Sarebbe bellissimo che animalisti, attivisti, volontari di altre parti d'Italia raccogliessero a loro volta il testimone, per organizzare presidi simili - non violenti, silenziosi, accorpanti corpi di umani e corpicini di animali condannati a morte - nelle loro città. Creare una eco, che si riverbera di comune in comune, per far salire la voglia di vivere tutt'altro che silenziosa di questi innocenti, alla soglia di attenzione degli umani troppo distratti, rinchiusi e preoccupati.
Ma non potranno mai essere più rinchiusi e spaventati di questi piccoli agnelli, che non conoscono altro che questo: prigione, paura, dolore, morte.
28 marzo 2015, davanti al mattatoio di Roma |
Per questo ne scrivo a tambur battente, di questa campagna. Vorrei che gli attivisti riuscissero a superare confusioni e disorganizzazioni, per trovare il coraggio di mettere in atto una cosa così potente - ma così devastante per chi la compie. Che campagne simili si attivino su e giù per l'Italia, non in gara tra loro, ma come i nodi di una rete di sostegno per gli animali 'da reddito' = unico viaggio, il mattatoio, unico destino il coltello.
Scriverne quasi in presa diretta, poiché sono lontano da Roma, è il mio modo per esserci...
28 marzo 2015, davanti al mattatoio di Roma |
Qui potete vedere un breve video, che trovate anche sulla pagina Facebook della campagna un momento così sconvolgente del presidio. Attimi, secondi, di fronte alla prigionia degli innocenti. Noi a mala pena riusciamo a tollerarne la semplice visione per pochi secondi - e già il ricordo si imprime indelebile, e già il nostro animo si lacera in due. Che cosa potranno mai provare loro, per i quali non esiste alcuna via di scampo né possibilità di sottrazione dal calvario ferreo del macello?
28 marzo 2015, davanti al mattatoio di Roma |
Guardate questo video: vi sentirete tutti come Clarice Starling - ma io non sono di certo Hannibal Lecter, non preoccupatevi! - e provate a sentire che pensieri vi susciterà.
A me, ne ha suscitato - tra i molti intrisi di lacrime - uno: che le persone che svolgono tutti i giorni questo lavoro, dagli autisti a quelli che caricano i camion e poi li scaricano; dagli storditori fino ai macellai; devono aver perso ogni possibilità di provare emozioni buone, e sollievo per se stessi oltre che per gli altri che incontrano. Lo fanno per difesa? Per non impazzire? Mi viene in mente un racconto di Isaac Singer, dove protagonista è proprio un macellaio. ...
Eloise Cotronei, l'unica carezza per questi agnellini nel loro calvario. Nomattatoio |